Vela e sostenibilità, da Northern Light Composites la prima deriva ecosostenibile
DeriveIn evidenzaVela 8 Maggio 2020 Zerogradinord 0
Monfaclone – Un Optimist 2.0 costruito al 100% con fibre naturali, un’anima riciclata e una resina di nuova concezione che permette di recuperare a fine vita il manufatto dando impulso a una nuova economia circolare del settore nautico: tutto ciò è possibile nel rispetto della sostenibilità e dell’innovazione. Sono questi i “mantra” al centro del progetto di Northern Light Composites, startup innovativa nata dalla passione per il mare e per la vela dei tre fondatori Fabio Bignolini, chief operations officer (Coo), Piernicola Paoletti nel ruolo di chief financial officer (Cfo), e Andrea Paduano, chief technical officer (Cto).
La società, che si occupa di ricerca e sviluppo di fibre naturali e materiali riciclati per la costruzione di yacht da diporto, nasce come spinoff di Northern Light Sailing Team, associazione velica triestina protagonista nelle ultime stagioni nella regate d’altura con svariati successi in ambito internazionale, e dal know how di ex studenti universitari, già coinvolti nella costruzione di skiff sostenibili nell’ambito della 1001 Vela Cup, sfida tra atenei di tutta Italia.
La tecnologia alla base del progetto si pone l’obiettivo di risolvere una delle grandi problematiche del settore nautico, che vede le attuali imbarcazioni di vetroresina abbandonate a fine vita nei cantieri, nei porti o nelle campagne. E vista la situazione di emergenza che vive il Paese Northern Light Composites ha deciso di diffondere online i rendering del primo progetto, che prevede la costruzione di un prototipo di dinghy ecosostenibile chiamato “ecoPrimus”. La piccola imbarcazione, progettata nel 2016 dal designer ungherese David Bereczki con cui è stata avviata una collaborazione, è pensata per la scuola vela e i primi passi in regata dei giovani velisti. L’imbarcazione, definita appunto un Optimist 2.0, lunga 2,42m e realizzata con l’utilizzo di fibre naturali e resine ecosostenibili è il primo risultato della sfida della startup triestina che punta a rivoluzionare il settore del diporto nautico, facendo propri i valori della blue economy: innovazione tecnologica, riutilizzo delle materie prime e riduzione dei rifiuti pericolosi.
Il team di Northern Light Composites, che è attualmente al lavoro per finalizzare il progetto del primo prototipo della serie “ecoracer” – prima imbarcazione da regata costruita interamente in fibra naturale e resina ecosostenibile, è composto dal progettista Matteo Polli che si occupa delle linee d’acqua, mentre Matteo Sconocchia e Alessandro Pera sono addetti alla ingegnerizzazione delle strutture, Gianluca Salateo è il responsabile del piano di coperta e Roberto Baraccani segue con la sua esperienza le fasi di produzione.
“E’ una sfida tecnologica e imprenditoriale davvero unica – dichiara Fabio Bignolini, COO della startup – e non vediamo l’ora di testare in mare i primi prototipi. Stiamo lavorando con grande impegno sia in laboratorio per la costruzione dell’ecoPrimus sia in fase di progettazione della nostra prima sportboat che sarà firmata da uno dei migliori progettisti nella vela d’altura: Matteo Polli”.
“Il nostro obiettivo è quello di portare nella nautica da diporto nuove soluzioni innovative e ecosostenibili – dichiara Piernicola Paoletti, CFO del progetto -. Abbiamo messo assieme un team giovane e molto competente che ringraziamo per il grande impegno che sta mettendo in questa fondamentale fase di start up”.
“E’ un progetto davvero unico nel suo genere che necessita di grandi sforzi di test e sviluppo di materiali e tecnologie – dichiara Andrea Paduano, CTO. L’esperienza universitaria ci permette di partire da buoni dati e sono sicuro riusciremo assieme al team di ingegneri a sviluppare nuovi compositi davvero interessanti per il mercato. Con soddisfazione possiamo annunciare che il primo prototipo del dinghy è già stato realizzato nel nostro laboratorio con successo”.
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