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Volvo Ocean Race, tra pit-stop e incertezza Volvo Ocean Race, tra pit-stop e incertezza
Mentre Team Sanya stava manovrando con vento forte, uno dei componenti dell’equipaggio, il neozelandese David Rolfe si è reso conto che una delle sartie... Volvo Ocean Race, tra pit-stop e incertezza


Video courtesy Volvo Ocean Race.

Oceano Indiano – La notizia è arrivata al Race Control Centre di Alicante questa mattina: mentre Team Sanya stava manovrando con vento forte, uno dei componenti dell’equipaggio, il neozelandese David Rolfe si è reso conto che una delle sartie diagonali, la D2, aveva ceduto. Fortunatamente il team aveva deciso attendere la luce del giorno per virare, nessuno a bordo è ferito e la sartia è stata sottoposta a una riparazione di fortuna, che permetterà a Team Sanya di raggiungere terra. Il team cinese guidato da Mike Sanderson, sta infatti facendo rotta verso il Madagascar, che al momento della rottura si trovava a circa 150 miglia, vale a dire approssimatamene quindici o venti ore di navigazione. Il team non ha abbandonato la regata e sta ancora navigando con i propri mezzi.

Eravamo appena usciti dalla zona di vento forte e stavamo cambiando la vela di prua, dal J4 al frazionato, con un vento di circa 12/14 nodi quando abbiamo notato che un pezzo vitale dell’attrezzatura, la D2, si era staccato dall’albero – ha spiegato lo skipper Mike Sanderson – Avevamo navigato benissimo durante la notte e stavamo guadagnando molto. La meteo stava migliorando ed eravamo molto soddisfatti della nostra decisione e in generale del progresso fatto. Avremmo dovuto virare un’ora prima nel buio, ma avevamo deciso di aspettare viste le condizioni. Certamente se lo avessimo fatto, l’albero sarebbe caduto. Come potete immaginare siamo molto giù e non riusciamo a credere che questo ci sia successo quando tutto andava così bene”.

Mentre l’equipaggio di Sanya Lan sta dirigendosi verso l’isola di Madagascar dove prevede di arrivare domani e di riprendere la regata il prima possibile, il resto della flotta sta navigando in ottime condizioni, con sole, cielo terso e vento costante, come confermato da Neal McDonald, capoguardia a bordo di Team Telefonica: “Abbiamo avuto un paio di nottate ventose, ma questo è il primo periodo lungo che abbiamo con vento regolare, ed è abbastanza piacevole a dire la verità. Un po’ d’acqua in coperta, ma almeno ci muoviamo. Il tempo è molto bello, c’è il sole e il mare è caldo. Sottovento vediamo CAMPER, siamo tornati in regata. Dobbiamo solo essere avanti di qualche miglio e poi saremo soddisfatti di noi stessi”.

Gli altri cinque concorrenti della Volvo Ocean Race, infatti sono tutti riusciti a superare il fronte occluso che aveva bloccato il loro progresso e fanno ora rotta verso nord a buone velocità, fra i 14 e i 18 nodi, grazie al vento che si è stabilizzato per direzione e intensità. Il gruppo di testa è composto da Camper ETNZ, Telefonica e Puma, che sono racchiusi in poco più di due miglia di mare e stanno quindi navigando a vista.

Groupama 4, che è stata la barca a scendere più a sud di tutte alla ricerca di una via d’uscita dalla situazione meteo, ha sempre una distanza laterale dagli avversari piuttosto ampia, e si trova in quinta posizione a poco più di cento miglia dai leader. Lo skipper Franck Cammas ha spiegato così la scelta del team transalpino: “Penso che abbiamo adottato un approccio diverso dal resto della flotta, abbiamo cercato di stare su una rotta più diretta, aspettando il momento buono per attraversare il fronte. ne trarremo le conclusioni fra qualche giorno. In tutte e due le tappe abbiamo scelto un’opzione diversa, certamente deriva dalla nostra esperienza dei record, con i multiscafi e in Francia”.

Tuttavia i francesi potrebbero costituire una minaccia per gli avversari, data la loro posizione più a est dove potrebbero trovare venti più costanti e, soprattutto, navigare con angolo migliore. Il meteorologo della regata, Gonzalo Infante prevede che Groupama 4 nei prossimi giorni potrebbe guadagnare altri tre o quattro nodi di velocità rispetto agli altri team, perché si trova più lontano da un sistema di bassa pressione a ovest.

Il giovane prodiere di Camper ETNZ, Daryl Wislang, ha però dichiarato che il team non si sente minacciato da questa possibilità, specialmente vista la difficoltà della seconda tappa fino a ora. Wislang ha affermato che a bordo di Camper ETNZ si rimane concentrati sulla meta finale e che la barca è stata preparata, spostando tutto il materiale sopravento, per una corsa veloce verso i Doldrum, che si trovano a circa 1.600 miglia di distanza. “Abbiamo già visto due partenze, in questa tappa, e ce ne potrebbe essere una terza. Bisogna rimanere in gioco perché potrebbe succedere di tutto fino alle ultime 100 miglia. ci sono sempre delle opportunità da cogliere e noi cercheremo di farlo”.

Secondo le posizioni rilevate alle ore 14, pur facendo rotta verso il Madagascar, Team Sanya è ancora la barca più vicina alla meta sulla cartografia elettronica. Fra qualche ora tuttavia la leadership verrà presa dal terzetto formato da Camper ETNZ, Telefonica e Puma Berg che naviga molto compatto, racchiuso in sole due miglia, mentre Groupama 4 è staccato di poco più di 95 miglia, ma con una separazione laterale di oltre 160, mentre chiude la flotta Abu Dhabi con un distacco di 154,2 miglia e la velocità più bassa, con 14.3 nodi.

Per seguire la regata sul tracker clicca qui.

Classifica provvisoria seconda tappa, 17 dicembre alle ore 13 GMT
1. Team Sanya (Mike Sanderson)
2. Camper ETNZ (Chris Nicholson), +47,1 nm
3. Team Telefónica (Iker Martínez), +48,4 nm
4. Puma Berg (Ken Read), +49,3 nm
5. Groupama Sailing Team (Franck Cammas), +95,1 nm
6. Abu Dhabi Ocean Racing (Ian Walker), +154,2 nm

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