Volvo Ocean Race, Protect Tapes per tutti
OceanoVelaVolvo Ocean Race 11 Ottobre 2014 Zerogradinord 0
Alicante – E’ partita dal porto spagnolo di Alicante la prima tappa del giro del mondo a vela in equipaggio, la Volvo Ocean Race. I sette team a bordo di barche perfettamente uguali, i VO65, si lanceranno verso Città del Capo, in Sudafrica, arrivo della prima tappa di un’avventura lunga nove mesi e quasi 40.000 miglia nautiche.
Al via un solo velista italiano, Alberto Bolzan, al timone di Team Alvimedica, ma l’Italia è presente su tutte le barche in regata attraverso alcune sue eccellenze tecnologiche. Tra esse PROtect tapes, giunta alla sua terza partecipazione alla Volvo Ocean Race, presente con la sua vasta gamma di nastri per proteggere la barca e i componenti da abrasioni, colpi e usura.
Per esempio scotte, drizze e bozzelli producono usura nei punti di contatto con la barca e ne vengono a loro volta usurati. Oppure i daggerboard, che devono poter essere manovrati con assoluta affidabilità all’interno della loro scassa. Per queste e tante altre necessità esiste un’ampia gamma di film protettivi facilmente rimovibili e appositamente studiati per le specifiche esigenze.
L’intera gamma di soluzioni PROtect tapes sono a disposizione dei sette team nel Boatyard, il luogo dove sono stati accentrati tutti i servizi di assistenza alle barche in regata, presente in ogni sede di tappa della Volvo Ocean Race.
Il team spagnolo Mapfre, guidato dal campione olimpico Iker Martinez, collabora attivamente anche questa volta con PROtect tapes, dopo aver contribuito durante le ultime due edizioni della Volvo Ocean Race allo sviluppo dei nastri adesivi grazie al reciproco scambio di informazioni. Tra i debuttanti nell’edizione 2014-15, il team cinese Dongfeng ha dimostrato particolare apprezzamento per questi prodotti Made in Italy.
“La Volvo Ocean Race è da sempre il nostro banco di prova più importante – afferma Pietro Parmeggiani, fondatore di PROtect tapes – Non solo offriamo prodotti che aumentano l’affidabilità della barca in mezzo all’oceano, ma il feedback degli equipaggi è per noi il miglior riscontro per migliorare ulteriormente e studiare nuove soluzioni delle quali può successivamente beneficiare un pubblico di velisti molto più ampio”.
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