Volvo Ocean Race, in ricordo di Hans Horrevoets
OceanoVelaVolvo Ocean Race 17 Maggio 2012 Zerogradinord 0
Dopo sei anni, la moglie di Horrevoets Petra van Rij ha dato alle stampe un libro sulla sua vita con Hans e sugli effetti della sua tragica morte sulla loro giovane famiglia intitolato “Yesterday, everything was good” (Ieri andava tutto bene).
Il libro di Petra descrive la sua vita con Hans e la sua carriera di velista, come pure il viaggio che fece nel 2010 insieme alle due figlie Bobby e Kitt nelle sedi di tappa del percorso storico della regata, in Australia e Nuova Zelanda. L’opera è stata presentata una settimana dopo che Petra e sua sorella Marijke hanno inaugurato The Young Widow, una fondazione che ha come scopo l’aiuto alle giovani vedove e alle loro famiglie. “Negli ultimi sei anni Marijke ha assistito alla mia lotta contro il dolore.” Ha detto Petra. “Ha cercato degli strumenti per aiutarmi, la fondazione si rivolge proprio a giovani vedove con bambini e Marijke e io vogliamo condividere la nostra esperienza con altre donne che ne hanno bisogno.” Petra ha espresso anche gratitudine per tutto l’aiuto pratico che ha ricevuto immediatamente dopo la scomparsa di Hans. “Per un certo periodo di tempo non ero in grado di fare nulla. Solo più tardi mi sono resa conto di quanto supporto io abbia ricevuto, ed è una cosa che non succede a tutti.”
I suoi ex compagni hanno ricordato Hans, sottolineando la preoccupazione costante per la possibilità che simili incidenti si ripetano. Mike Sanderson, che era skipper della barca gemella di Abn Amro Two, Abn Amro One ha affermato che la settima tappa della regata, attraverso l’Atlantico da Miami a Lisbona, sarà particolarmente ricca di emozione. “Per rispetto, per dolore, tutti penseremo ad Hans durante la prossima tappa. C’è qualcuno in quasi tutti i team che è stato colpito direttamente dalla sua scomparsa. Tutta la famiglia della Volvo ne è stata colpita. E’ stata la tragedia più grande della regata nell’era attuale.”
Hans Horrevoets, che all’epoca aveva 32 anni, è stato il quinto e più recente velista a perdere la vita durante il giro del mondo a vela, dopo Paul Waterhouse, Dominique Guillet e Bernie Hosking nell’edizione inaugurale del 1973-74, e Tony Phillips nel 1989-90. Horrevoets era in coperta ed era intento alla regolazione delle vele quando la barca si infilò a 25 nodi in un’onda, trascinandolo con sé. Erano le prime ore del mattino e dopo una ricerca durata 40 minuti in condizioni di mare difficili, con onde sopra i cinque metri, Horrevoets fu avvistato e recuperato, ma malgrado tutti i loro sforzi i compagni non riuscirono a riportarlo in vita. Fu un evento tragico che fece ricordare quanto sia pericolosa la vita dei navigatori oceanici.
Oggi a capo dello shore team di Sanya, il neozelandese Nich Bice al tempo era uno dei nove uomini a bordo di Abn Amro Two, che rimasero scioccati dalla perdita del compagno: “Hans era una persona speciale sia a terra che in mare. A bordo un grande velista. Ci manca molto.” Malgrado il terribile dramma umano di gestire la morte di Horrevoets, l’equipaggio di Abn Amro Two decise di portare a termine le tappe rimanenti in memoria del compagno. “Nell’ultima tappa da Rottermam a Gothenburg vincemmo, fu un successo e tutto quello che facemmo fu in onore di Hans.” Ricorda ancora Bice.
Il navigatore di Camper ETNZ Will Oxley, che in quell’edizione faceva parte del team Brunel ricorda ancora vividamente l’accaduto. “Eravamo una delle barche più vicine e ci dirigemmo immediatamente verso la zona delle ricerche. Si pensa sempre alla possibilità di cadere in mare. E’ uno sport pericoloso ed è una cosa che può sempre succedere.”
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