Transat 6.50, à l’amour comme à la guerre
Mini 6.50OceanoTransat 6.50Vela 21 Ottobre 2011 Zerogradinord 0
Oceano Atlantico – Altra notte archiviata, altro giorno che ha fatto capolino dal mare e i primi Uccelli del Largo stanno per oltrepassare la linea immaginaria del famoso Pot au Noir.
Il vento di nord-est continua instancabile a far gonfiare le vele “…ma per quanto ancora?” si staranno chiedendo i concorrenti di questa edizione della Transat dal Meteo così instabile e capriccioso. Eh sì, perché la zona delle calme non è che a poche miglia dai capogruppo o, per meglio dire, dal capogruppo, David Raison, che, dopo i primi giorni di questa seconda tappa passati in sordina, ha ripreso la testa della flotta ed ha messo più di 20 miglia di distacco dal secondo, il giovane Thomas Normand.
Il primo fra i Serie, Eric Llull è invece a circa una novantina di miglia dallo poppa di David e anche il suo distacco dal secondo della categoria, Bruno Simonnet, sta aumentando, rispetto agli ultimi giorni di navigazione a vista.
A questo punto, le scommesse sono cominciate! La teoria vuole che la ZCIT sia meno attiva (e quindi la calma sia meno tediosa…!) fra i 27° e i 28° di longitudine, ma affidarsi ciecamente ad una teoria è un azzardo più grande che non cercare un’alternativa a questa.
David Raison è un navigatore a cui sembra piacciano i rischi: non solo il suo Mini è rivoluzionario, ma anche le sue scelte tattiche dimostrano una forte fiducia e originalità. E la sua scia ne è la prova: David ha scelto infatti di seguire l’opzione est, mentre gran parte dei suoi avversari puntano decisi in quel punto fra il 27° e il 28° longitudine consigliato.
Ma per sapere qual è stata l’opzione vincente bisognerà aspettare ancora un po’.
E chissà che cosa faranno questi solitari quando, e se, entreranno nella pétole.
Leggeranno? Dormiranno? Faranno il bagno? Pescheranno? Speriamo soprattutto che scrivano bei diari di bordo, per far assaporare anche a chi un Uccello del Largo non è (ancora) cosa si prova a passare il famigerato Pot au Noir.
Perché è vero che la Mini Transat è una regata serrata, una corsa in cui anche una strambata al momento sbagliato può far perdere importanti posizioni in classifica, ma credo anche che prima di qualsiasi spirito competitivo, sia un’esperienza da godere con se stessi e con la propria barca, e per farlo lo sguardo deve rivolgersi verso di sé, dimenticando ogni tanto le altre scie.
Ma facciamo un breve zoom sui nostri. Simone Gesi è il primo italiano fra i Serie: stanotte ha fatto il gentiluomo, lasciando passare davanti a lui Christa Ten Brinke e posizionandosi quindi 22esimo. Simone, ci piacciono i cavalieri, ma à l’amour comme à la guerre, quindi basta smancerie.
Susy Beyer all’ultimo rilevamento era 28esima, dopo un cambio di rotta che la sta portando verso il settore est, una scelta controcorrente rispetto alla maggior parte dei suoi avversari in Serie, ma uguale a quella di Raison e Llull, i primi delle rispettive categorie… pas mal come stratega la Susy.
Sergio Frattaruolo sta per entrare nell’arcipelago di Capoverde e ha guadagnato nelle ultime ore, visto che le cinque poppe che lo precedevano hanno dovuto fare scalo tecnico a Mindelo.
Fra i Proto, Maurizio Gallo sta per dire anche lui arrivederci per un po’ alla terraferma, visto che ben presto si sarà lasciato alle spalle le isole di Capo Verde.
Gli articoli della Transat 6.50 sono redatti dalla Classe Mini Italiana, che sta seguendo con grande attenzione l’evento.
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