Capo Verde – Primi 10 giorni di oceano Atlantico per Gaetano Mura a bordo di Italia, la barca a vela (Class40 da 12 metri) con i colori nazionali e il logo dell’ENIT (Ente Nazionale Italiano per il Turismo) nel suo giro del mondo in solitario da Gibilterra a Gibilterra. Dopo il difficile passaggio dello stretto, il navigatore italiano ha affrontato a lungo vento leggero dopo aver doppiato le Canarie nella sua rotta verso sud. Solo da un paio di giorni il vento è finalmente arrivato e sta spingendo Italia a 8-10 nodi. In queste ore Gaetano Mura sta doppiando le Isole di Capo Verde. Inizia così l’avvicinamento all’Equatore, uno dei momenti più delicati della rotta intorno al mondo, per i Doldrums, la zone intertropicale dove si susseguono calme e violenti temporali.
Gaetano Mura racconta così gli ultimi giorni a bordo di Italia: “La scia che Italia disegna sul mare con lo scafo è un lungo filo che cresce, col passare dei giorni, assieme alla nostra complicità nell’obiettivo comune, in questi mesi, di legarlo attorno al nostro pianeta questo filo sottile, sperando di annodarlo alla fine con un bel fiocco. Questi ultimi giorni sono stati molto tranquilli, tipici di queste latitudini e ne godiamo i piaceri senza perdere di vista che le nostre prossime destinazioni saranno ben altri luoghi. Finalmente è arrivato l’aliseo, abbiamo issato lo spinnaker, così Italia offre ai venti portanti il massimo della sua apertura alare.”
A queste andature le strambate, come racconta Gaetano, sono molto impegnative fisicamente. Ecco il racconto dettagliato di una di queste manovre: “Ora pronti per strambare. Mettiamo in chiaro tutte le manovre in coperta, sganciamo il vang (una manovra di ritenuta del boma che serve per regolare la randa, ndr), sganciamo la volante sottovento (manovra corrente che sostiene l’albero, ndr) abbassiamo il timone che è sollevato, solleviamo l’idro-generatore dall’acqua se in quel momento è al lavoro. Scendiamo da basso e mettiamo al centro tutti i pesi che andranno sul lato opposto approfittando di farlo in discesa (con la barca sbandata a favore) e non in salita col doppio dello sforzo una volta che abbiamo cambiato di bordo. Apriamo le valvole per scaricare i ballast (serbatoi d’acqua, ndr) sopravvento. Risaliamo in coperta, recuperiamo il più possibile di volante sottovento, portiamo il carrello al centro e finalmente strambiamo (la barca cambia rotta, la poppa passa da un lato all’altro del vento, ndr). Regoliamo di nuovo tutto, riagganciamo il vang, solleviamo il “vecchio” timone (i timoni sono due, solo quello sottovento lavora ed è tenuto abbassato, ndr) e andiamo da basso a ripristinare l’assetto, con tutti i pesi carichiamo il nuovo ballast. Giriamo il pannello dei comandi, spostiamo il pouf da riposo. Il lato della barca che prima era affollato ora è completamente sgombro. Ci siamo meritati qualcosa: una piccola pausa e qualcosa di buono da trangugiare. Capita che a non troppa distanza da questa operazione il vento cominci a ‘dare scarso’, o ‘scarsare’ ( cambiare direzione in senso sfavorevole rispetto alla nostra rotta, ndr): se così fosse bisognerebbe ripetere tutta l’operazione. Guardi le cifre sul display con la coda dell’occhio e ti dici di aver visto male, è solo momentaneo, mentre un sottile rigagnolo indipendente di sudore ti cola lentamente sulla fronte…”
Nel diario di Gaetano Mura non poteva mancare un riferimento alla partenza del Vendée Globe, la famosa regata in solitario intorno al mondo con barche di 60 piedi (più grandi di Italia) che è obiettivo di tanti navigatori come lui: “E’ stata da sempre, sin da ragazzo, la corsa dei miei sogni; specie un tempo quando era molto più aperta agli avventurieri. Oggi il livello professionistico è stratosferico, ma rimane sempre la regata più affascinante. Gli unici Italiani che nella storia hanno avuto la fortuna e la caparbietà di farla sono quel grande navigatore che l’Italia ha e di cui spesso poco si accorge: Vittorio Malingri, che si dovette ritirare in seguito alla rottura del timone, e gli altri due che la portarono a termine: il mitico nonché mio caro amico Pasquale De Gregorio, un altro grande marinaio chiamato Simone Bianchetti che purtroppo non è più tra noi, e nell’ultima edizione Alessandro Di Benedetto. Il percorso del Vendée Globe è lo stesso che percorrerò io, identico. Mii sorpasseranno a gran velocità, ma avrò per un po’ non solo la grande emozione di esserci in mezzo, tra i più grandi navigatori del pianeta, ma anche di essere davanti a tutti…!”
Andrea Boscolo e Alessandro Pezzoli di MeteoSport seguono la rotta di Italia e Gaetano Mura. Ecco il loro ultimo aggiornamento meteo. “L’anticiclone delle Azzorre in queste ore si è ben consolidato con il suo centro sulle isole che gli danno appunto questo nome, garantendo finalmente un Aliseo stabile al Class 40′ “Italia”. Questa nuova lunga attesa meteorologica offrirà finalmente una buona autostrada a Gaetano che potrà scendere velocemente verso l’ITCZ (Zona di Convergenza Intertropicale). Già da queste ore, l’area di navigazione di Gaetano sarà pertanto particolarmente caratterizzata da aria instabile con “groppi” e temporali anche di forte intensità. L’arrivo all’ITCZ è previsto nella giornata dell’ 11 novembre.“
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