Route du Rhum, notte di tensione per UniCredit
Class 40OceanoRoute du RhumVela 16 Novembre 2010 Zerogradinord 0
Route du Rhum – Oceano Atlantico – Rientrato al centro del gruppo dopo aver navigato per diversi giorni più a ovest degli avversari, UniCredit è reduce da una notte di passione, trascorsa tra tuoni, fulmini e colpi di vento. Attimi di apprensione per Marco Nannini che, dal ventottesimo posto, spera di poter guadagnare posizioni nel corso del rush finale ed entrare almeno nella top venti del ragruppamento Class 40, guidato con buon margine da Thomas Ruyant. Lo skipper di Destination Dunqerkue, ce comanda le operazioni sin dal primo giorno, è ora a 390 miglia da Point-A-Pitre.
“Sono stato travolto da una tempesta tropicale di lampi, fulmini con associato groppo di pioggia e vento – racconta Marco Nannini – Un po’ di spavento ma nessun danno”.
“Vedo all’orizzonte lampi ancora piuttosto lontani, ma inizio a tenerli d’occhio perchè mi sembra che il percorso sia di avvicinamento, con questo nuvolone scuro che ben vedevo grazie ad una splendida luna e cielo altrimenti stellato”.
“Passata una mezz’ora è evidente che se continuo per questa rotta il nuvolone mi verrebbe adosso. E’ un continuo di lampi molto intensi, sia all’interno della nuvola, sia di tanto in tanto a scendere verso il mare. Per ora non sento tuoni, quindi ci sono ancora parecchie miglia, ma con 25 nodi di vento ci vuole poco e malgrado siamo in regata prendo la decisione di virare e allontanarmi. La strategia sembra pagare, la minaccia scura si avvicina rapidamente, ma la sua traccia è dietro di me. I fulmini continuano, inizio a sentire qualche tuono e conto cinque o sei secondi tra luce e botto. Direttamente sopra il mio albero ancora le stelle, quindi per ora ne sono fuori. Per precauzione scollego il radar, il VHF e gli strumenti in testa d’albero”.
“I lampi son dietro di me e man mano si allontanano. Sicuramnte la zona della nuvola dove vedo tutta l’attività mi passa dietro, tanto che inzio a vedere la fine della formazione e un cielo libero dietro. Una lingua si stacca ma sembra di piccola profondità verticale e non avevo ancora visto lampi da questa zona… decido di virare. Proprio mentre sono in pozzetto a preparare la manovra, un fulmine squarcia il cielo e va a colpire il mare non lontano da me. Il tuono è contestuale, quindi molto molto vicino… Non lo nego, mi sono preso una bella strizza. Decido ovviamente di non virare e continuare ad allontanarmi. Scendo sotto, bevo una bevanda zuccherata per cercare di liberarmi dallo shock… episodio isolato, il grosso dell’attività è per fortuna in allontanamento”.
“Riesamino la situazione, la lingua mi passerà sopra per forza, è troppo lunga e sottile per evitarla. Mi rimetto in rotta, faccio in tempo a virare che sento della pioggia, il mio pensiero immagina cosa sta per succedere ma non c’e’ il tempo di reagire. Le goccie si trasformano in catini. In un secondo arriva la raffica, non so dirvi quanti nodi, ma se pensate che ero invelato per andare di bolina in 20-25 nodi, devono essere stati almeno 40. Forse più. Quando è arrivato mi ha letteralmente coricato di lato quasi questo quaranta piedi fosse una deriva e mi ci ha tenuto per un pò”.
“Sotto la barca si trasforma in un appartamento di studenti dopo un festino. Padella, ceffettiera, teiera, borse, stivali, tutto buttato all’aria. Miracolosamente, passato il groppo la barca si rialza come nulla fosse. Vado a dare la terza mano di terzaroli ma dopo pochi istanti il vento molla e devo rialzar vela se no sbatto sull’onda ma non mi muovo… Come le mie vele abbiano retto a quella furia non lo so, lo dovete chiedere la mio velaio Roberto Westermann, a cui stasera devo un grazie”.
“Riparto per rotta ma non nego apprensione. Vedo altri groppi all’orizzonte: o faccio lo slalom gigante o non mi resta che tirare avanti e tenerli d’occhio.
“L’arrivo del giorno è senz’altro benvenuto. Continua la navigazione in venti duri e mare formato. Ancora problemi col pilota e, ciliegina sulla torta, si sradica l’indicatore del vento che miracolosamente cade in barca salvato dalla randa”.
“Ho virato dopo questo ultimo fronte e, direi, siamo ufficialmente diretti in Guadalupa”.
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