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Si parlava di storie all'inizio di questa Route du Rhum, e, dopo soli quattro giorni di regata, già di ciascuna cominciano ad evidenziarsi le...

Route du Rhum – Oceano Atlantico – Si parlava di storie all’inizio di questa Route du Rhum, e, dopo soli quattro giorni di regata, già di ciascuna cominciano ad evidenziarsi le tracce. Mentre la regata va confermandosi selettiva ed avvincente, i solitari vivono ogni giorno la personale sfida contro ogni volto degli elementi. Venti tesi, da affrontare di bolina più o meno stretta, battono il tratto d’Oceano impegnato dalla flotta. Dopo oltre tre giorni di faticosa risalita alcuni scafi hanno ceduto.

A farne le spese, oltre al trimarano Oman Air Majan del francese Sydney Gavignet, costretto ad accettare il passaggio di un mercantile in transito, i Class 40 Solo di Rune Aaste e Davide Consorte. Tra i primi a puntare verso nord, lo skipper del Class 40 Adriatech ha dovuto fare i conti con diverse avarie e, visto l’annunciato peggioramento delle condizioni meteo, ha deciso di fare ritorno verso la Bretagna: “Viste le circostanze non penso che la barca sia in grado di sopportare tali condizioni ancora a lungo. Purtroppo ho dovuto girare la prua e tornare sulla terra. Sto puntando il sud della Bretagna per i controlli del caso”.

Nella stessa classe, guidata da Thomas Ruyant con buon margine su Vecteur Plus SC di Samuel Mannard che segue in scia, Marco Nannini sta sfruttando il posizionamento settentrionale per scalare posizioni. Nel giro di poche ore UniCredit ha recuperato dieci piazze e vede il cancello della top ten a meno di 20 miglia: “Sono state ventiquattro ore di fuoco. La flotta ha sciolto le briglie, una mandria di cavalli impazziti corre verso ovest. Finalmente son nei top venti, ma attenzione: non mi faccio illusioni. Sarà dura mantenere il posizionamento e ancora di più continuare a guadagnare. Dal decimo al ventesimo siamo un gruppetto separato da sole 20 miglia. Due-tre ore per intenderci. E’ innegabile l’emozione di far parte di questa regata. Il livello è altissimo e non mi aspettavo nulla di meno. Ho sentito di Oman Air, il trimarano che si è spaccato, e i ritiri in tutte le classi. Una settimana di bolina non fa piacere a nessuno ma bisogna tener duro”.

“I Class 40 dimostrano ancora una volta di essere macchine da guerra. Una classe combattutissima: nonostante sia ventesimo in termini di distanza all’arrivo sono addirittura davanti ad Andrea Mura che conduce la classe Rhum col suo Open 50. Anche se vuol dire poco ora. Lui ha scelto la rotta sud, investendo all’inizio per raccogliere i frutti più avanti…”

Molto più a est, infatti, Andrea Mura e Vento di Sardegna continuano a guidare la classe Rhum. Come preannunciato da Marco Nannini, il vantaggio sugli inseguitori va però assottigliandosi con il passare delle ore. La scelta di lanciarsi senza esitazione verso ovest sembra premiare Destination Calais di Pierre-Yves Chatelin e il multi Acapella di Charlie Capelle, secondo e terzo a meno di due miglia da Vento di Sardegna, leader sin dagli attimi seguenti il via.

Nella classe Ultime, invece, almeno per ora non si vede chi potrebbe impedire a Groupama 3 di volare indisturbato verso il traguardo. Sodeb’O, secondo sin da St. Malò, ha visto Franck Cammas farsi di fumo già da un paio di giorni ed è ora staccato di quasi 350 miglia. Ma ciò che Thomas Coville comincia a temere è la rimonta di Idec e Gitana 11 che, assestati nella scia di Groupama 3, cominciano a sentire odore di lotta per il secondo posto.

Ultimo pensiero per gli IMOCA 60. A guidare sette dei nove iscritti raggruppati a nord delle Azzorre è Roland Jourdain su Veolia Environnement. Brit Air e Virbac Paprec sono a meno di venti miglia. A sud, invece, staccati di 129 miglia rispetto al leader, stazionano Michel Desjoyeaux e Arnaud Boissiers che sanno di dover pazientare sino al rilancio delle loro azioni.

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