Global Ocean Race, Nannini-Peggs salgono al terzo posto
Class 40Global Ocean RaceOceanoVela 1 Novembre 2011 Zerogradinord 0
Oceano Atlantico – Con BSL e Campagne de France ormeggiati all’ombra della Table Mountain ormai da diversi giorni, continua la prima tappa per gli altri quattro protagonisti della Global Ocean Race. Nel corso delle ultime ore, Marco Nannini e Paul Peggs sono riusciti a passare dalla quinta alla terza posizione, sopravanzando Sec.Hayai di Nico Budel e Cessna Citatation di Colman-Ramon, che inseguiva sin dalle Canarie.
Il particolare sistema meteo venutosi a creare in corrispondenza dell’alta pressione di Sant’Elena dopo il passaggio dei battistrada, ha obbligato chi è ancora in mare a scendere molto a sud, sin quasi a raggiungere la fascia dei Quaranta Ruggenti. Da poche ore è iniziata la lenta risalita sino a Cape Town, con Financial Crisis avanti di oltre 100 miglia rispetto a Cessna Citation.
“Questa prima tappa della Global Ocean Race ci sta mettendo a dura prova. Una situazione meteorologica complessa ci sta spingendo sempre piu’ a sud e siamo oramai a poche miglia dai mitici Quaranta Ruggenti del grande Oceano del sud. Durante il giorno siamo costantemente sotto la scorta di una mezza dozzina di albatross che elegantemente volano a pochi centimetridalle onde. Di notte le onde frangendosi contro il nostro scafo in planata rigurgitano sul ponte le misteriose creature delle profonditè di questo misterioso mare. Ogni mattina, all’alba, troviamo infatti calamari a sufficenza per una discreta frittura. Peccato avere dimenticato gli ingredienti per la pastella“.
“Impossibile non rimanere affascinati da questo mondo alieno. Abbiamo passato l’isola di Tristan da Cunha, trecento abitanti all’ultimo censo, nonchè la comunità di essere umani più isolata su questo pianeta. Migliaia di miglia di oceano li separa dalle coste dell’Africa, del Sudamerica e del Polo Sud“.
“Noi, non dimentichiamo, siamo in regata, 1100 miglia ci separano dalla nostra prima meta a Cape Town, l’equivalente di una Roma x 2 e una Rolex
Middle Sea Race, unica differenza e che siamo già in mare da tretacinque giorni e puzziamo oramai come i peggio cani randagi. Fa un freddo indescrivibile,
vi scrivo con cappello in pile, cerata a tre strati con sottostrato termico e una sciarpa che tengo quando sono al tavolo da carteggio. Dodici gradi sottocoperta, ma fuori, al vento, sotto il getto di continui spruzzi, si resiste poco“.
“Il meteo estremamente anomalo ha fatto si che alle latitudini di Cape Town (34° nord) non abbiamo trovato i tanto sospirati venti portanti, ma un’alta pressione che ha rotto la flotta in due e sbarrato il passaggio di chi, come noi, si trovava ancora ad ovest del suo centro. Le prime due barche, le uniche a trovare la finestra ancora aperta, sono sfuggite alle calme della settimana scorsa e trovando venti portanti fino a Cape Town sono già arrivate da alcuni giorni. Le altre quattro barche, inclusa la nostra, trovando la strada sbarrata da una zona senza vento non hanno avuto altra alternativa che attendere pazientemente la formazione di un nuovo sistema meteorologico che portasse venti favorevoli all’approccio a Cape Town“.
“Noi eravamo in quarta posizione oramai da 30 giorni consecutivi, ma approfittando della complessità del meteo degli ultimi giorni siamo riusciti a piazzarci favorevolmente all’arrivo dei nuovi venti superando finalmente Cessna Citation, il nuovissimo Akilaria RC2 che inseguivamo sin dalle Canarie“.
“Ora dobbiamo tenere duro. La strada è ancora lunga, ma dobbiamo difendere questo terzo posto ad ogni costo dal controattacco di Cessna e dall’attacco da sud di Phesheya, il team sudafricano che è di casa in questi mari“.
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