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Subito una notte difficile per i protagonisti della Global Ocean Race che, lasciata Charleston, si sono imbattuti in una burrasca con venti fino a...

Oceano Atlantico – Subito una notte difficile per i protagonisti della Global Ocean Race che, lasciata Charleston, si sono imbattuti in una burrasca con venti fino a 55 nodi. Grazie a un approccio tattico conservativo, Marco Nannini e Sergio Frattaruolo hanno portato Finacial Crisis al comando della flotta con circa venti miglia di vantaggio su Cessna Citation, che lo segue su rotta parallela ma leggermente più a sud.

Ciò che più conta, però, è il fatto che Phesheya Racing e Sec. Hayai, avversari di Nannini-Frattaruolo nella lotta per il secondo posto overall, sono più staccati e continuano a navigare verso nord, mentre Finacial Crisis punta est-sudest.

Da bordo, Marco Nannini scrive: “La scorsa notte è stata dura, una delle peggiori di tutta la regata. Dopo aver lasciato Charleston abbiamo ricevuto un avviso di sicurezza per una tempesta tropicale in avvicinamento, in altre parole il primo uragano della stagione, per fortuna non severo ma con venti fino a 55 nodi. Stava calando la notte ed avevamo già ridotto le vele al minimo, tre mani di terzaroli e la staysail e una dura decisione da prendere: continuare e attraversare la traiettoria della tempesta tropicale o puntare verso costa per evitare i venti peggiori. Lo stato del mare stava deteriorando molto rapidamente e dovevo scegliere fra due mali, venti più forti al largo ma in acque profonde o meno vento ma il rischio di incontrare onde frangenti sui bassissimi fondali sotto costa“.

Alla fine ho deciso di puntare al largo pensando che in caso di venti forti avrei comunque avuto spazio a sud per cavalcare la tempesta mentre sotto costa se il mare fosse diventato pericoloso non ci sarebbe stato modo di uscirne. C’era però un’ulteriore complicazione, circa un centinaio di miglia al largo della costa inizia il flusso della Corrente del Golfo che raggiunge circa 4 nodi e porta l’acqua calda del Golfo del Messico verso nord-est. Se avessimo raggiunto la corrente quando ancora infuriava la tempesta avremmo potuto trovare un mare molto pericoloso, infatti quando una corrente scorre in direzione opposta al vento si possono formare onde enormi e ripidissime”.

Il vento ha continuato ad aumentare sino a stabilizzarsi sui 40 nodi di bolina ma di tanto in tanto arrivavano raffiche sin quasi ai 50 nodi, il mare era orrendo e l’unico obbiettivo era preservare la barca, quindi quando il vento aumentava poggiavamo andando di tanto in tanto anche col vento in poppa per evitare danni“.

Abbiamo tenuto sott’occhio il progresso degli altri che avevano sceltol’altro bordo e a giudicare dalle velocità non credo se la siano passata meglio quindi abbiamo insistito verso il largo nella speranza che il peggio passasse prima di entrare nel flusso della Corrente del Golfo. Per fortuna dopo un treno di nuvole con venti molto violenti il cielo ha iniziato ad aprirsi e il vento a calare e quando abbiamo agganciato la corrente favorevole il vento si era stabilizzato sotto intorno ai 30 nodi. Abbiamo incontrato alcune onde mostruose, una in particolare ci ha fatto fare un salto in aria lasciandoci in caduta libera alle sue spalle,
eravamo poco più di un giocattolino in quel mare ma pian piano come il vento anche il mare si è calmato senza essere veramente pericoloso per la barca“.

Oggi il vento è continuato a calare, tutto è tornato sotto controllo e abbiamo a che fare con il problema opposto, la mancanza di vento. Le previsioni ci danno 24-36 ore di venti leggeri dai quali dovremo districarci lasciando completamente aperto il campo delle scelte tattiche“.

Non posso negare che ieri notte durante il peggio solo una piccolissima parte di me pensava all’aspetto competitivo della regata e mi preoccupavo solo di non far danni e superare il colpo di vento, ma sono contento di aver proseguito verso la Corrente del Golfo che ci ha dato un grosso vantaggio rispetto agli altri“.

Eravamo partiti in maniera molto conservativa dentro al Porto di Charleston, non sapevo esattamente cosa aspettarmi nello stretto canale di uscita fra i due frangiflutti e non volevo avere problemi proprio in partenza. Il risultato è stato però che appena in acque libere eravamo di nuovo ultimi e all’inseguimento dei soliti Cessna e il team sudafricano su Phesheya che fanno sempre delle belle partenze“.

Alle ultime posizioni abbiamo consolidato un vantaggio su Cessna di 33 miglia e quasi 50 sul duo di Sec.Hayai e Phesheya. Sono molto contento che siamo riusciti a ribaltare la classifica in un solo giorno ma la regata è ancora molto lunga, 3400 miglia, e come abbiamo ottenuto questo vantaggio lo potremmo perdere, per esempio fra un paio di giorni troveremo venti al traverso che come abbiamo visto in tutte le tappe favoriscono lo scafo di Cessna che avrà l’opportunità di metterci sotto assedio“.

Nel frattempo mi godo il piacevole sole di questa tranquilla serata, recuperando le energie perse nella notte, contenti del lavoro fatto fin’ora per portarci in testa a quest’ultima tappa della Global Ocean Race. Soprattutto siamo emersi dalla tempesta senza danni e con la barca a posto“.

Ci sono tante persone che devo ringraziare per l’ospitalità e la compagnia a Charleston e altri che dietro le quinte hanno aiutato con i costi ma scriverò un blog più tardi in merito, è ora di cenare e recuperare le ore di sonno perse“.

Per seguire la regata sul tracking clicca qui.

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