Global Ocean Race, calma caraibica
Class 40Global Ocean RaceOceanoVela 26 Aprile 2012 Zerogradinord 0
Oceano Atlantico – Mancano meno di 1000 miglia a Cessna Citation per raggiungere il traguardo di Charleston. Il Class 40 di Conrad Colman, ormai giunto a nord di Haiti, viaggia con oltre 200 miglia di vantaggio su Marco Nannini e Sergio Frattaruolo che, a bordo di Financial Crisis, sono attesi da una zona di aria debole e variabile.
L’equipaggio italiano dovrà quindi guardarsi dagli attacchi di Phesheya Racing che, da nord di Antigua, mira alla seconda piazza assoluta in classifica generale.
“Mentre vi scrivo davanti a noi una di quelle fastidiose nuvole con pioggia che portano repentini cambi di vento, probabilmente il segno che da qui a poco usciremo dagli stabili Alisei. 1300 miglia a Charleston che ci dovremo guadagnare di duro lavoro“.
“Davanti a noi, infatti, una bolla con pochissima aria che non si riempirà che fra due giorni, troppo grande per girarle attorno. Questo è tutto grasso che cola per i sudafricani che ci inseguono, se rimaniamo piantati si avvicineranno notevolmente ma si spera che oltre a rallentare per primi ripartiremo per primi tenendo a bada il loro attacco. Hanno anche rotto lo spinnaker grande che ci fornisce un discreto vantaggio se anche per loro il vento dovesse calare“.
“Il mio computer di bordo è lo stesso da anni. E’ lo stesso che ho usato alla OSTAR 2009 e vedo sullo schermo la traccia di tutte le mie regate ed allenamenti. Questa mattina abbiamo incrociato la traccia della mia Route du Rhum, da St. Malo a Guadalupa. Una regatà che non andò benissimo. Feci un errore alle Azzorre avvicinandomi troppo ad un’alta pressione e rimasi piantato senza vento, passando in un giorno da decimo a metà flotta e non riuscii più a recuperare. All’arrivo fui 27esimo su 45, Conrad Colman, skipper di Cessna era anche lui a quella regata e fece lo stesso mio errore alle Azzorre e finimmo insieme, per l’esattezza era soli 6 minuti dietro di me, cosa che non apprezzo molto. C’è quindi una scherzosa rivalità e quando alla prima tappa lo superammo e battemmo di sole 3 ore dopo 41 giorni di navigazione, probabilmente gli risalì tutto l’amaro in bocca della Route du Rhum… da Cape Town, però, non ha più commesso
errori ed ha vinto la seconda e terza tappa e ora ha un notevole vantaggio e vincerà, salvo incidenti, anche questa tappa. Credo mi abbia ormai perdonato per quei sorpassi inattesi“.
“Il meteo davanti a noi è davvero complesso, una bolla enorme senz’aria sbarra il percorso. Dovremo fare attenzione e difendere la nostra posizione mettendoci olio di gomito e facendo scivolare avanti la barca un po’ alla volta fino ad agganciare il nuovo vento…“.
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