Vela e record, due Malingri per un record
Breaking newsIn evidenzaMultiscafiRecordVela 13 Agosto 2016 Zerogradinord 0
Cartagine – Vittorio e Nico Malingri, hanno tagliato la linea di arrivo, dopo una navigazione al cardiopalma. Impiegando 10 ore e 58 minuti in meno rispetto al tempo di riferimento detenuto da Bourgnon-Laguarriere, padre e figlio hanno attraversato il Mediterraneo da Marsiglia a Cartagine in 42 ore e 54 minuti a una velocità media di 10,60 nodi, in condizioni meteo estreme e su una catamarano sportivo di sei metri e mezzo. Una grande impresa di un padre e di un figlio, a bordo di una piccola barca. “Un capolavoro tattico”, “Un’impresa straordinaria”, “Due due veri marinai che conoscono le insidie del mare”, sono le prime reazioni degli esperti.
Dopo una partenza movimentata la mattina del 5 agosto alle 06:35, uscendo dal Golfo del Leone con più di 30 nodi di vento, Feel Good ha navigato in condizioni decisamente estreme tutto il primo giorno e la notte, con vento sempre in poppa, planando giù da onde di 4 metri e con la paura di essere raggiunti dai 40/45 nodi che li seguivano. La mattina del giorno successivo, Vittorio e Nico hanno navigato in un lungo bordo verso Sud con rotta 170° che li ha portati ad attraversare l’ultimo tratto di Mediterraneo, con l’isola di San Pietro a sinistra, fino alle coste dell’Africa. Poi sono passati a circa 6 miglia a est dell’isola Tunisina de La Galite, per strambare e percorrere le ultime miglia verso est ed entrare nel Golfo di Tunisi.
Tantissimi gli spruzzi, a causa della velocità sostenuta, tanto che Vittorio ha definito questa navigazione “una lavatrice”: “Abbiamo tenuto sempre la muta stagna, per tutta la navigazione – racconta – Dormito davvero pochissimo, io circa un paio d’ore la prima notte, avvolto nella randa sul trampolino, Nico forse mezz’ora. Poi alcuni micro-riposi in seguito. Siamo riusciti a mangiare i panini e le barrette energetiche che ci eravamo preparati, ma era impensabile muoversi o prendere qualcosa che non fosse a portata di trampolino – prosegue Vittorio – Durante la notte c’era pochissima luce, non c’era la luna, e le nostre luci le abbiamo accese solo ogni tanto, quando c’era qualcosa da guardare. Di navi, ne abbiamo incontrate solo due anche perché le condizioni erano talmente ardue che molte erano state allertate da NaviMeteo di non passare in quel tratto di mare”.
Vittorio e Nico hanno navigato sempre con il fiocco e due, tre mandi di randa, utilizzando il gennaker solo per un breve tratto dopo la Sardegna. “Sono molto soddisfatto delle vele OneSails che hanno fatto egregiamente il loro lavoro”.
Le condizioni meteo si sono rivelate perfettamente aderenti a quelle previste insieme a NaviMeteo. “L’unica telefonata che siamo riusciti a fare – dice Vittore – a parte quella allo shore team, è stata proprio a Daniele di NaviMeto, per avere un’ulteriore conferma delle condizioni dopo la Sardegna”.
Vittorio: “Cosa ho pensato durante la traversata? A guardare avanti! Se ho avuto paura? No, mai avuto paura, ma ne ho avuta moltissima prima, come mi succede sempre. E’ stata tosta, sì, ma non c’è stato mai un momento in cui abbiamo mollato le scotte o ci siamo spaventati. Sicuramente abbiamo capito che ci sono varie cose tecniche da modificare, per migliore la performance di Feel Good e anche l’aspetto di vivibilità. Rispetto all’Atlantico, il Mediterraneo… è uguale! O almeno in questa navigazione c’era vento forte e onda lunga di 4 metri, molto simili a ciò che trovi in Oceano. La differenza grossa è navigare in due invece che in solitaria: se da un lato Nico è stato bravissimo e ha fatto lui tutte le manovre e deciso la rotta, dall’altro in due sulla terrazza sotto il riparo della tendina non ci si sta e quindi ci siamo bagnati infinitamente di più. Se abbiamo bisticciato? Non c’è stato il tempo. Non ci siamo praticamente mai parlati, eravamo davvero concentratissimi“.
Vittorio e Nico hanno incontrato solo due navi, molti delfini, qualche pesce volante e un pallone da calcio: “Davanti a Marsiglia abbiamo visto un pallone giallo e nero che rimbalzava sulle onde. Saltava spinto dal vento. Abbiamo puggiato per passargli di fiano e Nico gli ha dato un calcio. E’ stato il nostro calcio di inizio”.
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