Volvo Cup Melges 24, il punto di vista di Uka Uka Racing
Dai teamMelges 24MonotipiaVelaVolvo Cup 11 Maggio 2010 Zerogradinord 0
[singlepic id=5786 w=300 h=204 float=left]Volvo Cup Melges 24 – Alghero – Si è concluso ieri in tarda serata ad Alghero, il Campionato Italiano Melges 24. Causa una settimana in cui le condizioni meteo non sono state ottimali per regatare, è stato possibile portare a termine solamente 6 delle 12 prove previste. Nonostante ciò i migliori sono sempre davanti.
Una cosa è certa: Uka Uka Racing di Lorenzo Santini si riconferma, come nel 2009, Campione Italiano. Questa volta però non è il solo, il titolo viene assegnato ex aequo ad Uka Uka Racing e Saetta.
Una storia a dir poco lunga dove le maggiori responsabilità sono probabilmente da imputare ad un Comitato di Regata non all’altezza della situazione.
I fatti
E’ sabato 8 maggio. La giornata in cui le condizioni meteo sono state le migliori di questo campionato, 8–10 nodi. E’ la prima prova, la quarta della serie. Si parte per la regata, il Comitato issa la bandiera X (richiamo individuale) ed indugia quasi tre minuti prima di comunicare i numeri di prua delle imbarcazioni che sono partite in anticipo. La flotta naviga verso la boa di bolina e solamente tre barche vengono richiamate OCS via radio: queste sono Hurricane-Murphy&Nye di Paolo Testolin con Alberto Bolzan al timone, All In di Renato Vallivero con Pietro Sibello al timone e Uka Uka Racing di Lorenzo Santini con Lorenzo Bressani al timone. Tutte e tre le barche hanno già percorso un bel po’ di strada di bolina così e per rientrare nell’allineamento hanno dovuto issare il gennaker. Risultato: una regata disastrosa per tutti e tre. Uka Uka Racing è, dei tre, quello che recupera più posizioni, concludendo al venticinquesimo posto. Taglia la linea del traguardo e comunica via radio l’intenzione di protestare il Comitato di Regata. Stessa cosa fa Hurricane-Murphy&Nye.
Da subito Bressani & co sono a dir poco contrariati, certi di non essere stati in anticipo sulla linea, essendo oltretutto partiti in seconda fila. Dal tender del team vengono fatte le riprese video dall’estremo della boa.
Nel corso della giornata vengono disputate altre due regate, in entrambe Uka Uka Racing conquista due secondi posti.
Si rientra a terra, il team non ci sta, è la seconda volta nel corso del campionato che ritiene di essere stato ingiustamente penalizzato e, viste le immagini e consultatosi con le imbarcazioni partite nelle loro vicinanze, e non risultate essere OCS, decide di esporre protesta contro il Comitato.
La protesta viene discussa, passano un paio d’ore, la Giuria sente protestante, Lorenzo Bressani, protestato, il Comitato di Regata nella persona del suo Presidente, Ennio Pogliano, e poi i due testimoni di Uka Uka Racing.
In udienza il presidente del Comitato dice che, quando mancavano 8 secondi alla partenza, non era più in grado di vedere l’estremo opposto della linea e si basava su un riferimento preso a terra, lontano tre-quattro miglia. Pogliano dice anche di aver visto Uka Uka Racing uscire da questo approssimativo allineamento uno o due secondi prima del colpo di cannone.
I testimoni rilasciano le loro deposizioni, il cerchio si chiude ed a Uka Uka Racing viene concessa la riparazione, ovvero un piazzamento che deriverà dalla media di tutte le prove svolte nel corso del campionato. Dopo sei prove, questa media, produce un quarto posto ed Uka Uka Racing balza così in testa al campionato con 2 punti di vantaggio su Saetta. Gli altri sono tutti più distanti. Anche ad Hurricane viene concessa la media dei piazzamenti.
Il secondo ed il terzo classificato non ci stanno e presentano a loro volta una richiesta di riparazione e la riapertura del caso numero 4 (quello in cui veniva concessa la media dei piazzamenti ad Uka Uka Racing). I promotori di questa nuova azione sono Matteo Ivaldi rappresentante di Blu Moon e Niccolò Bianchi per Saetta.
Sono le ore 9.40 il Comitato esce in mare, i regatanti lo seguono, la Giuria rinvia la decisione di riaprire o meno il caso al termine della giornata. Il vento è leggerissimo, il mare quasi olio. Attorno alle 12.30 il vento è un po’ più deciso, 4-5 nodi da sud-ovest. Il Comitato prova a dare la partenza, la flotta scalpita e, causa un’improvvisa rotazione a destra del vento, esce dalla linea di quando al colpo di cannone mancano ancora 15 secondi. D’obbligo il richiamo generale. Da questo momento in poi il vento “va a morire” e non c’è più possibilità di far disputare una prova regolare. Alle 14.15 il Comitato manda tutti a casa.
Alle 15.15 viene fissata l’udienza per sentire le nuove prove prodotte da Saetta e Blu Moon. Vengono sentiti i loro testimoni, Carlo Fracassoli timoniere di Gullisara e Giorgio Catta di Gianburraschino. La Giuria indugia a prendere una decisione, evidentemente le deposizioni non sono state rilevanti. La Giuria chiama anche Pietro Sibello e Stefano Orlandi, rispettivamente timoniere e tattico di All In, ma anche loro non sembrano essere “dei buoni tester” per provare il contrario di quanto deciso nella giornata precedente.
Intanto passano le ore, in Giuria viene chiamato anche Bressani e gli viene chiesta la possibilità di far vedere il video di proprietà del suo team. Uka Uka Racing mette questa prova a disposizione della Giuria che, dopo averlo visto, sembra sempre più convinta che la decisione presa a favore del team di Santini sia quella giusta. Dall’altro lato sente, con questa decisione, di ‘aver danneggiato’ Saetta.
Passano altre ore, sin sono fatte quasi le 21.00, non c’è più nessuno, se non un rappresentante di Uka Uka Racing ed uno di Saetta. Ivaldi se ne va, “gli altri spettatori” curiosi di sapere come sarebbe finita la diatriba lasciano il campo.
Sono le 21.00 in punto ecco che i due pretendenti al titolo vengono richiamati nuovamente in sala Giuria, passa qualche minuti ed escono entrambi sorridenti. La decisione: campioni italiani ex aequo. Gli addetti ai lavori rimasti sei ore ad attendere il verdetto sono increduli, come anche gli stessi attori.
Per completezza qui di seguito quanto riportato nel verbale definitivo.
“Fatti Accertati: Esaminati tutti i fatti posti a base delle due richieste di riparazione proposte, sia testimoniali sia video, il comitato delle proteste non ha evidenza di un proprio errore circa la decisione presa sul caso numero 4 quanto all’accertata non evidenza della violazione delle regole di partenza da parte di ITA-787. Peraltro la riparazione concessa a ITA-787 si è rivelata poco equa rispetto a ITA-716 alla luce dei fatti – la mancata disputa di alcuna prova nell’ultima giornata – che avrebbe dovuto essere prevista dal Comitato delle Proteste ai fini della verifica sulla correttezza della riparazione stessa che ha assunto invece una influenza troppo rilevante ai fini della classifica finale”.
“Conclusioni e regole applicate: Ai sensi della regola 62.1 e 64.2, ITA-716 merita riparazione per la decisione del Comitato delle Proteste, con l’attribuzione della posizione di primo a pari merito con ITA-787. A SUI-782 la riparazione non viene concessa”.
Sentito in banchina:
Lorenzo Santini, armatore di Uka Uka Racing: “Sono davvero deluso di come sono andate le cose nel corso di tutta la settimana, in particolar modo per come è stata gestita la procedura di partenza della quarta prova, che non abbiamo potuto disputare in maniera regolare sfalsando le nostre performance. Il nostro equipaggio ha dimostrato una volta di più di non essere secondo a nessuno e lottando tutti assieme ci siamo così ricuciti addosso, per il secondo anno consecutivo, questo scudetto”.
Lorenzo Bressani, timoniere di Uka Uka Racing: “E’ una situazione particolare, probabilmente diventerà un caso ISAF. Diciamo che il nocciolo della situazione è che ieri (sabato, ndr) mi hanno dato una riparazione per un OCS pensando che oggi (domenica, ndr) avessimo fatto almeno una regata in modo da giocarcela in acqua. Questo non è avvenuto, quindi per non danneggiare troppo Niccolò Bianchi, che era l’ex primo, hanno fatto questo pari merito pensando di fare contenti tutti”.
In riferimento all’operato del Comitato, Bressani non ha mezzi termini: “Una compito difficilissimo per la Giuria, complicato molto dal pessimo operato del Comitato di Regata e da tutti i suoi componenti che hanno reso impossibile la vita di noi regatanti e ovviamente della Giuria che ha ricevuto sei-sette richieste di riparazione in un unico campionato, cosa che non si vede mai. La Giuria si è quindi trovata a svolgere un lavoro che spero, in futuro, nessun’altra Giuria al mondo si trovi a svolgere”.
Bressani conclude dicendo: “Un campionato che lascia l’amaro in bocca a tutti, perché vincerlo a terra dopo più di sei ore di udienza, ti toglie il sapore della vittoria in mare. In questo caso particolare, con l’OCS rilevato erroneamente, siamo stati privati di combattere ad armi pari nella quarta prova. Abbiamo quindi dovuto ricorrere al Regolamento di Regata per tamponare gli errori commessi dal Comitato di Regata e poter così rientrare in gioco per il titolo”.
Un Federico Michetti molto sintetico ed eloquente: “Non credo possa esistere finale più misero di quello di domenica. Spero di cancellare al più presto questa vittoria dai miei ricordi”.
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