Vela e monotipia, scoprendo Federico Michetti
Melges 20Melges 24Melges 32MonotipiaNorth SailsVela 1 Dicembre 2014 Zerogradinord 0
Torino – Federico Michetti, torinese, classe 1973, nove titoli iridati, sette titoli continentali e più volte campione italiano, è oggi titolare di Melges Europe, concessionario per l’Europa dei ben noti one design, e team manager di Robertissima Sailing che, sotto la guida di Roberto Tomasini Grinover, è impegnato dai massimi livelli delle flotte Melges 32 e Mini Maxi. A queste attività, Michetti ha aggiunto quello relativo allo sviluppo dei prodotti North Sails nell’ambito delle flotte Melges: incarico di cui va molto orgoglioso, perché, come lui stesso sottolinea: “Mi ha permesso di unire due brand come Melges e North Sails e poi perché North mi ha sempre dato la velocità…“.
D: Oggi titolare di Melges Europe, team manager di Robertissima Sailing e collaboratore North Sails. Ieri?
FM: La vela è sempre stata la mia passione più grande ed è anche grazie all’appoggio ricevuto dalla mia famiglia se ho potuto perseguire i miei obiettivi. Sin da ragazzino ho frequentato la Lega Navale Italiana di Imperia, dove passavo intere giornate a ottimizzare le derive della scuola vela, scoprendo così che uno degli aspetti più affascinanti di questo sport è proprio quello relativo alla preparazione della barca e alla sua gestione. Tra l’altro, sul finire degli anni ottanta, l’Italia viveva un periodo florido e nel mondo dello sport si andava affermando il professionismo, con team sempre meglio organizzati. Sapevo che per costruire una carriera manageriale solida dovevo maturare esperienza come velista e a diciotto anni, dopo aver partecipato a regate minori e a qualche campionato invernale in quel di Sanremo, ho comunicato ai miei l’intenzione di lasciare l’Università e di partire per la Nioulargue. Era il 1994.
D: E come andò quella prima esperienza?
FM: Ovviamente, non conoscendo assolutamente nessuno nell’ambiente, non trovai imbarco e passai una settimana dormendo in auto. La conclusione, però, si rivelò positiva: mi offrirono infatti la possibilità di partecipare al trasferimento di un X-402 che aveva partecipato alla regata. Fu quello il mio primo ingaggio.
D: Quando il primo contatto con il mondo one design?
FM: Già un anno dopo quell’esperienza ero coinvolto nel progetto Vento Blu, un J/24 acquistato da Luciano Bergesio, un vicino di barca di mio padre. E’ stato proprio su questa barca che riuscì a far debuttare Vasco Vascotto nella classe. Sono state le prime di tante regate assieme: un rapporto che si è evoluto negli anni e che ha fatto di Vasco uno dei miei riferimenti nel mondo della vela.
D: Oltre a Vascotto, quali sono stati i velisti che più hanno influito sulla tua crescita?
FM: Regatando da diversi anni ad alto livello ho avuto la fortuna di navigare con alcuni tra i migliori interpreti di questo sport e da tutti ho sempre cercato di imparare il più possibile. Gli insegnamenti più importanti, però, sono stati quelli impartiti, da Giorgio Zuccoli, da Vasco Vascotto, da Lorenzo Bressani e Jonathan McKee. A livello manageriale ho apprezzato molto il lavoro svolto da Franco Corazza ai tempi di Merit Cup Pro, il primo team professionale del quale ho fatto parte.
D: Si deve proprio a Giorgio Zuccoli il tuo coinvolgimento nell’universo Melges…
FM: Assolutamente. Nel 1998, Giorgio, mi portò con lui a una Torbole Sailing Week e in quel frangente mi innamorai del Melges 24. Poi, dopo un paio di stagioni particolarmente intense, abbiamo vinto il Mondiale: l’ultimo grande successo del Sebino Express. Era il 2000, a La Rochelle. Quello fu senza dubbio un punto di svolta. Dopo breve tempo venni contattato da Mascalzone Latino in vista dell’America’s Cup, si trattò di un’esperienza breve ma significativa, mi si presentò quindi l’opportunità di Joe Fly, per il quale ho rivestito il ruolo di team manager dal 2002 al 2006, vincendo tre titoli europei, due con il Farr 40 e uno con il Melges 24, e prendendo parte a due edizioni del Tour de France come primo team italiano.
D: Arriviamo così agli anni di Melges Europe…
FM: Terminata quell’esperienza ho sentito forte il desiderio di creare qualcosa di mio: grazie all’amicizia instauratasi con Harry Melges, nel 2007 ho fondato Melges Europe, iniziando a importare i Melges 24, i 32 e poi i 20 in Europa. A distanza di quasi otto anni non possiamo che ritenerci soddisfatti: a oggi abbiamo venduto circa centocinquanta barche, tra 20, 24 e 32, e questo nonostante la crisi, iniziata un paio d’anni dopo l’avvio dell’attività. Un successo determinato senza dubbio alcuno dalla qualità dei prodotti proposti, ma anche da un approccio innovativo, teso ad agevolare la partecipazione degli armatori alle regate. In pratica, ci siamo inventati una sorta di “door to door” che ha reso meno complicate le lunghe trasferte da oltre Oceano: ai team che si affidano a noi basta arrivare sul campo di regata, al resto pensiamo tutto noi.
D: Un successo che condividi con i tuoi collaboratori…
FM: Non potrebbe essere altrimenti. Tutto questo non sarebbe stato possibile se non avessi avuto dalla mia una persona come Luisa Bambozzi: ha grinta, intraprendenza e capacità di relazione. Senza di lei l’dea di gestire un team come Robertissima, composto da una quarantina di persone, sarebbe un’utopia. Grazie alla sua organizzazione maniacale riesce a farsi carico di più compiti contemporaneamente, permettendomi di “giocare” con le barchette e cavarmi altre soddisfazioni, come i tre Mondiali Melges 24 vinti con Uka Uka Racing e quelli Melges 32 ottenuti con B-Lin Sailing Team e Samba Pa Ti, per il quale sono stato il primo team manager non anglosassone.
D: Che importanza ha avuto North Sails nel corso della tua carriera?
FM: Ho sempre creduto nei prodotti North e li ho sempre preferiti perché affidabili e all’avanguardia. Nel corso degli anni ha avuto modo di testarli a fondo e posso dire di aver sempre avuto un quid di velocità in più. Inoltre, come ogni azienda che si rispetti, punta molto sul Customer Service e ha suoi uomini pronti a intervenire in ogni dove. Ai miei occhi rappresenta una certezza: è dal 1996, tempo in cui avevo sviluppato un rapporto molto stretto con Vince Brun, che navigo con North Sails e non potrei essere più soddisfatto.
D: Un rapporto che è maturato e che oggi ti vede collaborare allo sviluppo dei prodotti North Sails nell’ambito delle classi Melges…
FM: E’ una collaborazione della quale vado molto orgoglioso, anche perché mi ha consentito di unire due brand straordinari come North Sails e Melges, e che svolgo contando sull’esperienza di talenti come Giovanni Cassinari e Marchino Capitani. Uno degli aspetti più importanti derivanti da questa attività di sviluppo è rappresentato dal fatto che a trarne giovamento sia l’intera flotta: ogni conquista, in termine di prestazioni derivanti dal prodotto, viene infatti messa a disposizione della clientela.
D: E arriviamo ai giorni nostri e al tuo coinvolgimento con Robertissima Sailing…
FM: Partiamo con il dire che sto vivendo il periodo più intenso, appagante e indimenticabile della mia carriera e questo per merito dell’armatore. Con Roberto Tomasini Grinover il feeling è stato immediato: è un uomo determinato, diretto, dotato di una visione, capace di ascoltare e di perseguire gli obiettivi, anche i meno importanti, senza lasciare nulla al caso, sotto nessun punto di vista. E’ un atteggiamento che permette a chi si trova nella mia posizione di lavorare guardando principalmente alla qualità e questo è impagabile quando ti trovi a gestire un team che, tra Melges 32 e Mini Maxi, conta una quarantina di componenti, svariati container di attrezzatura e un numero consistente di mezzi di appoggio. E’ una grande responsabilità, ma è anche un incarico di prestigio, nell’ambito di uno dei pochi team che, a oggi, vanta un programma annuale.
D: Robertissima Sailing, che hai contribuito a portare sul gradino più alto dell’Europeo di Riva del Garda, è stato il primo a impiegare il 3Di Raw tra i Melges 32. Come hai trovato questo prodotto?
FM: E’ la naturale evoluzione di 3DL e 3DI e si fa apprezzare per affidabilità e leggerezza. Nel nostro caso, il cambio di tecnologia si è rivelato assolutamente positivo: i profili si sono risultati decisamente performanti e sin dai primi bordi abbiamo percepito una differenza piuttosto marcata rispetto al passato. Il lavoro di ottimizzazione che è stato fatto dai designer è servito a migliorare ulteriormente le cose. Sensazioni confermate dagli straordinari risultati raccolti sull’acqua nel corso di questa stagione.
D: Quindi lasciare la strada vecchia per la nuova ha avuto i suoi vantaggi…
FM: Per mia mentalità sono da sempre portato a scegliere il prodotto più recente, perché credo nella tecnologia e nella ricerca e sono convinto che il nuovo, al tirar delle somme, prevalga sul vecchio. Con North Sails ho sempre puntato sul “futuro” e sono sempre stato ripagato al meglio. Del resto si sa che “…North is the way to go” e poi l’esperienza sul Mini Maxi deponeva a favore.
D: Anche nel caso di Robertissima III possiamo parlare di una stagione ricca di soddisfazioni.
FM: Ci siamo sentiti molto appagati dai risultati ottenuti con il Mini Maxi: non è una classe facile e in più di un’occasione abbiamo battuto lo scafo nato dall’evoluzione del nostro. Sono state soddisfazioni meritate, perché frutto di una campagna ben strutturata, iniziata già a gennaio-febbraio con le prime regate ai Caraibi. La ciliegina sulla torta l’abbiamo messa a Capri, dove siamo saliti sul gradino più alto del podio della Rolex Capri Sailing Week.
D: Parlando di sviluppo, che iterazione c’è tra la veleria e il team?
FM: Un’iterazione continua, grazie al lavoro instancabile portato avanti da Vasco Vascotto, Giovanni Cassinari, che a bordo di entrambe le barche si occupa della regolazione della randa, e dal coach Marchino Capitani, i cui video e le cui osservazioni esterne sono di importanza fondamentale. Parlando di aspetti pratici, quando siamo sui campi di regata non c’è giornata che non si apra con il cosiddetto Sail Patrol, durante il quale osserviamo il materiale foto-video del giorno precedente, definendo gli eventuali interventi di ottimizzazione.
D: Mancano pochi giorni al Mondiale Melges 32 di Miami: che evento ti aspetti?
R: I numeri saranno leggermente inferiori rispetto a quelli registrati l’anno scorso a Porto Rotondo, ma sarà senza dubbio un grande appuntamento. I valori in campo, infatti, saranno tra i più alti di sempre, con almeno dieci barche sulle venti iscritte in grado di lottare per il successo finale: per Robertissima, considerata tra i favoriti della vigilia, non sarà facile, vista la concorrenza dei vari Argo, Delta, Volpe, Samba Pa Ti, Stig, Inga e Mamma Aiuto.
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