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Rolex Farr 40 World Championship – Porto Cervo – Terzo giorno di regate. Terzo giorno di condizioni meteo perfette – vento da 300, circa 18 nodi – e terzo giorno di lavoro per Peter “Luigi” Reggio che anche stamani alle 11.00 ha dato inizio alla sesta manche (per la cronaca: la prima prova è stata vinta da Mascalzone Latino, con Nerone secondo, Barking Mad sesto e Joe Fly diciannovesimo).
Un Mondiale, in fondo, non è che una regata come un’altra. C’è “solo” tanta tensione in più e in genere, problemi che
normalmente sono superabili, diventano enormi. Alcune cose, per fortuna, restano identiche: a parte la bolna e la poppa, ma questo è scontato, non cambia il fatto che ogni team, ogni velista, ha i suoi riti e le sue abitudini e la voglia di alleggerire la tensione con il sorriso.
Sport e scaramanzia, si sa, vanno spesso a braccetto, ma c’è il dubbio che per Nerone sia davvero così. Abitudine vuole che il penultimo giorno si vestano di verde, colore che alla vela sta come il viola al teatro e infatti, stamani, tutti, tattico incluso, sono scesi di verde vestiti.
Il Mondiale offre anche l’ opportunità di vedere – e di sorridere – di usi e costuni di equipaggi provenienti dall’altra parte del mondo. Un esempio, a Porto Cervo, è dato dagli australiani di Kokomo che fanno fitness in bachina praticamente all’alba.
L’equipaggio più osservato è quello di Vanitas Cube. Divisa – scarpe incluse – rosso…. Puma – che è il loro sponsor – ma che a noi italiani fa solo e soltanto venire in mente altre cose: la Ferrari e Il Mostro (in pratica, Puma versione Volvo Ocean Race). Loro sorridono, forse perchè consapevoli di unire l’utile al dilettevole: il rosso in barca è un colore sicuro – in caso di caduta in mare si è visibilissimì – e le calzature sono di ultima genarazione, ma quando arrivano in banchina, e scendono dal pulmimo, pare di essere nella pit-lane di un circuito di F1.
E ora, una curiosità: dopo 3 giorni di regate si è scoperto l’arcano della bandiera issata sullo strallo di prua di Mangusta Risk che raffigurava il profilo di un animale davvero bruttino. Qualche inglese era sicuro che fosse il profilo di Nessie – il nick con cui viene chiamato il mostro di Lochness – ed in effetti, di primo acchito, i due sembrano fratelli monozigoti. Niente di più sbagliato: trattasi del profilo stilizzato di una piccola mangusta.
E poi, un pò di pensieri glamour dedicati ai Mascalzoni. Sarà il fascino da campioni del mondo, sarà l’eleganza innata, sarà che sono pure simpatici, oltre che belli, ma i Mascalzoni sono i Mascalzoni.
Per una curiosità soddifatta ce n’è una da soddisfare: Marco Cornacchia, si chiedono le esponenti del gentil sesso, ce l’avrà un difetto? Possibile che sia solo attraente, bravo e simpatico?
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