Centomiglia, in attesa dell’edizione 2016
In evidenzaVela 28 Luglio 2016 Zerogradinord 0
Gargnano – Chiacchierando di Centomiglia del Garda (10-11 settembre), si parla, giustamente, del Trofeo assoluto del conte Alessandro Bettoni (il glorioso comandante del Savoia Cavalleria), che tornerà a vedere, come verso la metà degli anni ’60, la sfida tra multiscafi e monoscafi. Ma Gorla (4 settembre) e Centomiglia restano le Long distance più apprezzate dei laghi d’Europa. Una vittoria corrisponde al titolo Internazionale della Minialtura oppure delle SportBoat. Aggiungeteci che questa volta ci sarà un trofeo a tempi corretti Orc come per le Minialtura marine. Sarà il Trofeo Beppe Croce, due suddivisioni tra barche High Tech e quelle tradizionali. Come abbiamo più volte raccontato tutto sta nella storia di queste due gare, 50 anni di Gorla (il prossimo 4 settembre con il riscaldamento del sabato con il Super G) e i 66 anni (un record in Italia) per la Centomiglia a tutto lago. Per le “piccole” utilitarie (la definizione non è riduttiva) ci sarà l’avventura dell’intero periplo del lago e come più volte detto della partenza unica, alle 8 e mezza del mattino, al largo di Bogliaco di Gargnano.
Le carene che sono diventate le utilitarie del mare, sono le Sintesi dei Patuccelli, i Qr di Giovannino Sigovich, i Cristina di Santarelli, il Protagonist di Gigi Badinelli (scomparso nei giorni scorsi), i cabinati veloci, ma dove ci potevi fare anche una crociera, un mix tra gare e tranquille navigazioni. Barche che hanno entusiasmato per le loro linee veloci, il dna del correre, del conquistare il trofeo Conte Bettoni, il simbolo della Centomiglia. Due filosofie apparentemente opposte, ma che si incrociano sui campi di regata. Barche che hanno sognato la gloria olimpica. Storie che si ripetono prima con l’Ander poi con l’Asso 99. L’Ander è uno scafo firmato dal sebino Daniele Buizza, commercializzato dal gargnanese Gianni Colosio.
Situazioni, un po’ diverse, ma non tanto, che si ripetono con l’Asso 99 disegnato da Santarelli. Quella carena planante, i 3 uomini al trapezio, un piccolo libera, disse qualcuno facendo infuriare Santarelli, un libera costruito in grande serie, 150 barche distribuite dal Benaco ai laghi della Baviera, in Svizzera ed Austria. L’olimpionico canadese Terry McLaugling che lo voleva sui grandi laghi del nord America.
Storie, forse leggende, nate sotto i lampioni in un porticciolo del Benaco, aspettando la partenza del Gorla o della Centomiglia. Come le altre carene generate negli ultimi anni, i Dolphin, il Protagonist, i Code 8 ungheresi, i Saphire, i Surprise, i J 24, i J 70, e la nuova flotta gardesana dei Melges 32, tutta (o quasi) la produzione mondiale della vela di serie.
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