Louis Vuitton Pacific Series, scoprendo Bruno Troublé
LV Pacific SeriesVela 17 Gennaio 2009 Zerogradinord 0
[singlepic=1420,170,250,,left]Louis Vuitton Pacific Series – Auckland – Bruno Troublé, conosciuto dai più come Mr America’s Cup per aver dedicato più di trent’anni della sua vita all’evento, è contentissimo di essere tornato ad Auckland, anche perchè, per lui, la Nuova Zelanda è come casa.
La sua famiglia ha vissuto qui per 18 mesi. I suoi figli hanno studiato e giocato a rugby nell’Auckland Grammar, ai tempi in cui Alinghi battè Team New Zealand nelle acque del Waitemata Harbour. Sua moglie Melanie ha questa nazione nelle vene, avendo una nonna di origine kiwi, e la barca della sua vita è stata costruita qui, batte bandiera neozelandese e si chiama Wanaka, in onore del primo assaggio della sponda meridionale del lago.
La famiglia di Sir Peter Blake è molto amica di quella di Troublé che, in passato, ha comprato il Seamaster, la barca usata da Blake per condurre i suoi studi oceanografici, e il governo ha premiato il manager francese con l’Order of New Zealand per il lavoro svolto durante le due campagne di Coppa America svolte nelle acque di Auckland.
“Amo questo posto” è solito affermare Troublé, che ha gestito i Media Center delle Challengers Series e dell’America’s Cup sia nel 2000 che nel 2003. Ora è tornato per organizzare le Louis Vuitton Pacific Series, in programma nel Waitemata Harbour tra il 30 gennaio e il 14 febbraio. Dieci equipaggi, presenti in rappresentanza di nove nazioni, regateranno a bordo di quattro barche di Coppa America – due appartenenti ad Emirates Team New Zealand e due a BMW Oracle Racing – attribuite ogni mattina in seguito a un sorteggio. Gli scafi sono stati resi identici grazie a una lunga serie di lavori, in modo da rendere le performance delle imbarcazioni meno influenti rispetto alla capacità degli equipaggi.
Quando gli si chiede chi è secondo lui il più forte velista neozelandese, inizia scusandosi: “Mi dispiace, ma il migliore è Russell Coutts. Penso che Peter Blake sia stato il migliore nelle regate off-shore, ma ciò che ha fatto Russell sia ancora più grande”.
Coutts era al timone quando la Team New Zeland ha vinto la Coppa e l’ha difesa con successo, ed era ancora protagonista quando Alinghi se l’è portata via nel 2003. Coutts ora torna ad Auckland come CEO e timoniere di BMW Oracle Racing in vista della Pacific Series.
Troublé, 64 anni, non nasconde la sua delusione per lo stato in cui versa la Coppa America e risponde “…odio Valencia” a chi gli chiede un commento sulla città che ha ospitato l’ultima edizione.
L’idea di dar vita alle Pacific Series è nata dalla frustrazione di vedere la Coppa America ferma sotto il controllo di Alinghi ed Ernesto Bertarelli: “E’ solo un modo di far tornare i team in acqua, non vogliamo sostituirci all’America’s Cup”. Quando la Coppa ripartirà, infatti, Louis Vuitton potrebbe tornare a sponsorizzare le Challenger Series.
“Mi auguro che Bertarelli capisca qual’è la situazione. Io e Louis Vuitton amiamo troppo la Coppa per pensare di competere contro di essa. La Coppa sopravviverà. Certo, il momento non è dei migliori e questa lotta infantile la stà segnando. Ma se l’è cavata per 156 anni. Ci vorrà un pò di tempo, ma sono sicuro che tornerà in auge come non mai”.
Laureato in legge, esperto di marketing per istinto e una passione smisurata per il mare, Troublé ha guidato la sfida francese del 1977 e ha avuto il grande merito di legare per la prima volta un marchio importante come Louis Vuitton al mondo della vela. E questo, secondo lui, è stato solo un divertimento.
Dopo aver finito la Coppa nel 2003, Troublé si rilassò veleggiando con il Wanaka tra le Isole del Pacifico. Quando le Pacific Series termineranno, ha già deciso come riposarsi: con la moglie e una dozina di amici partirà in camper, verso le isole del sud.
LOUIS VUITTON PACIFIC SERIES, TROUBLE’ BACK TO ORGANIZE REGATTA FOR CUP YACHTS
[singlepic=1422,250,170,,left][Source New Zealand Herald] Bruno Trouble, known to many as “Mr America’s Cup” because of his 30-year association with the event, is delighted to be back in Auckland – as much a home away from home for the Frenchman as any place.
His family lived here for 18 months – his sons studied and played rugby at Auckland Grammar, when Team New Zealand battled Swiss syndicate Alinghi on the Waitemata Harbour. His wife, Melanie, has the country in her veins thanks to a Kiwi grandmother, and his “yacht of a lifetime” was built here, flys the New Zealand flag and is named Wanaka in honour of his first glimpse of the southern lake.
Sir Peter Blake’s family are close friends – Trouble’s family bought Seamaster, the boat Blake had built to study the oceans’ ecology – and the Labour government awarded Trouble the Order of New Zealand for his work during the two America’s Cup contests held here.
“I love it here,” he says, in. English as delightfully coiffured as his luminous hair.
Trouble, who managed the media centres for the Challenger Series and America’s Cups in Auckland in 2000 and 2003, is back to organise the Louis Vuitton Pacific Series raced on the Waitemata from January 30 to February 14. Ten teams from nine countries will race four America’s Cup boats – two each from Team New Zealand and BMW Oracle – drawing ballots each morning to determine which boat they will sail. Work has been done to pare the boats back to make them as even as possible, thereby shifting the emphasis from boat speed to the crew.
This has resulted in the unusual sight of the Oracle boats – fierce America’s Cup rivals – being repainted in Kiwi black.
Ask Trouble whom he rates as New Zealand’s best sailor and he begins with an apology. “I am sorry, but the best New Zealand sailor ever is Russell Coutts. I think Peter Blake, if we talk about off-shore sailing, but what Russell Coutts has achieved is even bigger.”
Coutts was at the helm when Team New Zealand won the cup and successfully defended it, and when Alinghi took it away in 2003. Coutts is back with BMW Oracle for the Pacific Series.
Trouble, 64, makes no secret of his disappointment with the state of play of the America’s Cup. “I hate Valencia,” he says of the Spanish city which hosted the last Cup.
The idea for the Pacific Series came out of frustrations with the America’s Cup under the control of Alinghi boss, Swiss millionaire Ernesto Bertarelli. It is, says Trouble, a way of getting yachtsmen back on the water and is not an attempt to rival the America’s Cup. When the Cup began again, Louis Vuitton would sponsor the Challenger Series.
“I hope he [Bertarelli] realises what the situation is. I personally, and Louis Vuitton, love the America’s Cup too much to even think about competing against it.”
The Pacific Series had already helped the future of the America’s Cup by prompting syndicates to talk to each other.
“The Cup will survive. It is very badly affected at present by this childish fight. But it has survived for 156 years now. It may take some time for it to get its lustre back.”
A lawyer by training, marketer by instinct and sailor by passion, Trouble sailed on the French challenge in 1977. Back then, a living could not be had sailing for the Auld Mug. Trouble (pronounced Trooblay) made a successful switch to the business of yacht racing, in particular by advancing the interests of Louis Vuitton and by association the Challenger Series and America’s Cup. And that, says Trouble, is mostly fun.
After the Cup finished in 2003, Trouble sailed Wanaka around the Pacific Islands. When the Pacific Series ends in February, Trouble, with his wife and a dozen friends, head to the South Island on a campervan trip.
By Phil Taylor
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