LifeSail on Sui Generis, aggiornamento dal Best Explorer
LifeSailSportSui generisVela 25 Giugno 2012 Zerogradinord 0
Tromso – Dopo undici giorni di navigazione e 1.200 miglia percorse con mare duro a causa di una bassa pressione, Best Explorer dell’Associazione Arctic Sail Expeditions – prima barca a vela italiana a tentare la “rotta più difficile del mondo”, ha raggiunto Reykjavik in Islanda ed è ripartita verso Nuuk, Groenlandia.
Salpata da Tromsø il 1 giugno, Best Explorer – un cutter in acciaio di 51 piedi che vanta grande esperienza nel campo delle navigazioni artiche – sta percorrendo il Passaggio a Nord Ovest, la rotta tracciata tra i ghiacci dell’Oceano Artico per congiungere l’Atlantico col Pacifico passando a nord del continente americano. Un viaggio lungo quasi cinque mesi e 7.500 miglia di navigazione che l’instabilità della calotta e l’ostilità dell’ambiente rendono uno dei passaggi realmente complesso. Otto sono le tappe totali, 150 circa i giorni previsti per arrivare alla destinazione finale: a Sand Point (Popof Island – Aleutine).
“L’arrivo a Reykjavik è stata un’emozione che abbiamo condiviso con la popolazione locale” raccontano i membri dell’equipaggio. Diffusasi in poche ore, la notizia dell’arrivo degli italiani nel porto ha creato grande curiosità tra la gente e la stampa locale. “In tanti, giovani, anziani, italiani presenti in città, ma anche danesi, islandesi e britannici sono venuti a offrirci ogni genere di supporto – continuano a raccontare – o semplicemente a esprimerci la loro simpatia”.
A dare il benvenuto a Best Explorer è stato anche l’Ambasciatore italiano, il quale ha invitato i membri dell’equipaggio come ospiti d’onore alla festa della Repubblica, tenutasi il 17 giugno in concomitanza con quella islandese.
“E’ stato un grande onore per noi ed è stata una piacevole sorpresa scoprire, conversando, che l’Ambasciatore Antonio Bandini è un ottimo velista”.
Best Explorer è di nuovo in mare, salpato per la seconda tappa, fino a Nuuk (Godthavn) in Groenlandia, circa 1.100 miglia da percorrere in undici giorni di
navigazione. Il tratto, per i sei membri dell’equipaggio partiti da Reykjavik, si presenta uno dei più complessi: doppiare Kap Farvel, non è cosa facile. Posizionato sulla punta meridionale della Groenlandia, a una latitudine relativamente bassa, 59° Nord, è pericoloso per le nebbie persistenti, la presenza di iceberg e la frequenza delle burrasche.
A guidare la spedizione è Nanni Acquarone, ingegnere di 69 anni, sposato con tre figli e otto nipotini, velista dal 1963 con più di 50mila miglia al suo attivo. Oltre venti, donne e uomini, velisti di professione o per passione, i membri dell’equipaggio che si daranno il cambio durante il viaggio. Tra questi anche Nicoletta Martini, ingegnere chimico con una grande esperienza di navigazione d’altura, Filippo Mennuni, skipper professionista con trent’anni di navigazione e oltre 190mila miglia percorse, e lo scrittore Pietro Grossi da sempre appassionato di vela.
Primi italiani a percorrere la rotta, a chi chiede loro “chi sono” rispondono: “Persone normali“. Un gruppo di amici che ha deciso di mettersi alla prova per vivere un’emozione speciale e forse dimostrare che anche le mete più ambiziose sono alla portata di tutti, purché preparate e pianificate con attenzione e responsabilità.
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