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Vendée Globe, piccole e grandi avarie Vendée Globe, piccole e grandi avarie
Sono 57 le miglia che separano Francois Gabart da Armel Le Cléac'h. Lo skipper di Macif, distante 5.539 miglia dal traguardo, pare aver tratto... Vendée Globe, piccole e grandi avarie


Day 59 highlights di VendeeGlobeTV

Oceano Atlantico – Sono 57 le miglia che separano Francois Gabart da Armel Le Cléac’h. Lo skipper di Macif, distante 5.539 miglia dal traguardo, pare aver tratto vantaggio dalla scelta di tenersi più verso il centro dell’Atlantico rispetto il diretto avversario che, un paio di giorni fa, aveva spaiato tirando un bordo verso la costa argentina.

Perde terreno, invece, Jean Pierre Dick, gravato da una serie di piccoli problemi, tra i quali la rottura dello stroppo utilizzato per murare ls staysail. Un danno da poco, avvenuto mentre la barca navigava di bolina in 30 nodi d’aria, che ha obbligato lo skipper di Virbac Paprec 3, attualmente terza forza della flotta, a poggiare fino a mettersi in poppa filo per ovviare al contrattempo.

Intanto, in seno alla flotta ci si interroga sulla reale funzionalità degli idrogeneratori: strumenti sicuramente efficaci, ma esposti agli elementi e quindi soggetti a numerosi inconvenienti. Sia Alex Thomson, quarto su Hugo Boss, che Bernard Stamm, ottavo ormai in vista di Capo Horn, hanno lamentato più di un problema e sono entrambi nella situazione di dove sperare in un rifornimento di gasolio “volante” per riuscire a ricaricare le batterie con il motore entrobordo. Una situazione enfatizzata da Javier Sanso di Acciona, attualmente decimo a 2220 miglia dalla vetta, che ha spiegato come, grazie ai suoi pannelli solari, abbia dovuto accendere l’idrogeneratore solo tre volte dall’inizio della regata.

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