Venezia – La Dinghy 12’ World Cup volge al termine. Con la prova svolta oggi Giorgio Pizzarello tra i classici e il chioggiotto Fabrizio Brazzo tra i moderni vincono i due titoli messi in palio. Domani la Compagnia della Vela di Venezia con la collaborazione di Associazione Velica Lido, Circolo della Vela Mestre, Circolo Nautico Chioggia e Vento di Venezia, metterà in palio l’ambito Trofeo Cockshott – nome del progettista del dinghy 12 nel lontano 1913 – dove la flotta Gold, composta dai migliori trenta partecipanti di ciascuna delle due categorie, correrà su un unico campo di regata ad armi assolutamente pari.
La cronaca della giornata odierna è fatta di una carambola di situazioni meteo. I centotre dinghisti escono da S. Giorgio con vento fresco e qualche nuvola in cielo, che si addensa fino a minacciare un vero e proprio temporale. Niente pioggia, ma un’intensificazione sospetta del vento, che fa propendere per il segnale di rindossarsi all’Isola di Poveglia. Più di qualcuno ammaina la vela e scende a terra per un’imprevista, quanto interessante gita. Ma non c’è tempo da perdere, alle 14.30 il Comitato posiziona il campo con rapidità e la partenza dei classici è valida al primo colpo. Dalla linea esce benissimo Roberto Benedetti, in forma quanto mai ispirata, mentre il “re” della classifica provvisoria Giorgio Pizzarello sembra rimanere invischiato nelle retrovie. Molti scelgono la sinistra del campo: i rinforzi arrivano da lì. Subito dopo si avvia lo start dei moderni: Enrico Michel, che dominerà la prova mettendo in atto tutta la sua bravura di snipista di talento, viene colto in OCS.
Il vento salta a sinistra, ma la testa delle due classifiche di prova non cambia. All’arrivo tra i classici Benedetti precede Pizzarello e Ottonello; tra i moderni Marco Tapetto fa triplete con i due primi posti colti ieri, tallonato da Brazzo e Pallavidini.
Si prepara tutto per la sesta prova, la seconda di giornata, nonostante il vento instabile per forza e direzione. Ottime partenze per le due flotte, ma un salto di oltre 45° a sinistra impone al Comitato di annullare la regata alla fine del primo giro di bastone. E’ la scelta giusta per non falsare i valori in campo e “destabilizzare” la classifica. A questo punto prue puntate verso S. Giorgio.
La classifica finale della Dinghy 12’ World Cup è quindi la seguente.
Dinghy classici: Giorgio Pizzarello (1-ocs-4-1-2); Jeroen De Groot (2-2-8-3-5); Roberto Benedetti (9-3-9-5-1);
Dinghy moderni: Fabrizio Brazzo (2-1-2-13-2); Riccardo Pallavidini (1-3-4-23-3); Marco Tapetto (22-11-1-1-1).
Le dichiarazioni dei vincitori:
Giorgio Pizzarello: “Sono stanco, ma felice. Il merito è certamente del timoniere, ma anche della barca – Spirit of Falena – che l’amico Vincenzo Penagini, vincitore della World Cup 2010, mi ha prestato. Siamo come fratelli e portare a Venezia uno scafo così bello, veloce e vincente mi ha riempito d’orgoglio“.
Appena arrivato in terra Pizzarello ha issato una particolare bandiera con il giglio di Firenze e la croce genovese: “E’ la bandiera che ricorda le mie origini (mamma fiorentina e padre genovese, ndr). Io sono romano e l’amico Penagini milanese: il miglior modo per festeggiare i 150° anniversario dell’unità d’Italia“.
Fabrizio Brazzo: “E’ il mio primo titolo mondiale. Sono terribilmente felice! Regatare in laguna non è proprio correre in casa, ma Chioggia è vicina e lì mi sono allenato per questo Campionato. A dire il vero non solo con il dinghy, deriva superclassica, ma pure con il kitesurf, che a 56 anni non è proprio per tutti…a dimostrazione dell’atleticità della vela”.
Domani spazio per il Trofeo Cockshott, che vedrà correre insieme i trenta migliori dinghisti classici e altrettanti moderni in una Gold Fleet tutta da seguire.
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