Dai team, Bonfiglio Mariotti, il Bluenext Sailing Team e il valore dell’esperienza
Breaking newsDai teamIn evidenzaVela 1 Agosto 2024 Zerogradinord 0
Rimini – Sfruttando la finestra di inattività agonistica accordata dal calendario, per il Bluenext Sailing Team è tempo di team building: nel corso dell’ultima settimana di luglio, il team di Bonfiglio Mariotti, imprenditore riminese founder di Bluenext, top player nel settore dei software per la digitalizzazione e la gestione di aziende e commercialisti , ha ospitato a bordo del TP52 Blue alcuni dirigenti dell’azienda stessa per una sessione dedicata a potenziare la coesione, la comunicazione e il commitment del gruppo di lavoro.
Iniziativa promossa da Giacomo Mariotti, CEO dell’azienda informatica e figlio dello stesso Bonfiglio Mariotti, armatore di lungo corso, approdato al mondo dell’agonismo velico nel 2018, inizialmente nel competitivo universo del Melges 32, monotipo nato per regatare tra le boe, quindi sul citato TP52 Blue, un vero purosangue di sedici metri, progettato tanto per i campi di regata ‘stretti’, quanto per le lunghe prove offshore..
D: …e venne il giorno in cui alla tua passione per la vela hai chiesto emozioni diverse…
BM: Più che altro ho deciso di sondare a pieno i confini della mia passione per l’elemento mare e per la vela: navigare per diporto mi da sensazioni uniche, che non trovo tra le boe, dove a prendere il sopravvento è sovente l’adrenalina. La decisione di costruire un team e di impegnarmi sui campi di regata è giunta come termine ultimo di un avvicinamento naturale, mai forzato. A spingermi è stata l’idea di costruire qualcosa muovendo della mia esperienza imprenditoriale, perché un team di atleti che lavora coeso puntando un determinato risultato incarna al meglio i valori che si richiedono nel mondo aziendale, e il fatto di avere un ritorno diretto in termini di esperienza e crescita personale, come sempre capita quando ti apri verso un nuovo settore.
D: Considerato il rilanciare del tuo impegno nel mondo delle regate, con la recente acquisizione del TP52 Blue, viene da pensare tu ti stia trovando a tuo agio…
BM: Molto. L’esperienza alla guida del Bluenext Sailing Team, che ho costruito contando sulla collaborazione dell’imprescindibile team manager Fabrizio Borromei, si sta rivelando appagante. Le stagioni con il Melges 32 ci hanno aiutato a gettare le fondamenta del team che in breve tempo è diventato molto performante. Quest’anno, per motivi collegati alle dimensioni della barca, tali da richiedere uno sforzo decisamente superiore e l’inserimento di figure specifiche prima non necessarie, abbiamo in pratica raddoppiato i numeri. E’ un divertimento che è legato solo in parte ai risultati agonistici in senso stretto, perchè penso che la vera sfida di un team, sia esso sportivo o aziendale, non è data dal raggiungimento in tempi brevi del massimo risultato, ma è farlo creando occasioni, coinvolgendo persone e motivarle affinché producano meglio perché credono in quello che fanno: il team è un insieme di anime, non un mezzo meccanico privo di empatia. Questa è la dimensione etica della attività di Bluenext ed è parte integrante della creazione di valore del nostro lavoro, sia esso valore economico, intellettuale, personale o sportivo.
D: Quali sono le complessità di una barca come Blue?
BM: Non basta questa intervista a elencarle tutte: il TP52 è una barca bellissima, ma drammaticamente complessa e difficile da far rendere al meglio. Inoltre, quando la regata muove dalle boe strette all’offshore, e il tempo da passare a bordo supera le cinque/sei ore, ti rendi conto che è una barca scomoda, bagnata, per marinai veri, ma incredibilmente performante, e questo, almeno a tratti, ti fa dimenticare le tribolazioni. Entrando più nel dettaglio, siamo ancora in un fase nella quale la lista dei lavori e degli upgrade non riesce ad accorciarsi. Anche in questo caso a fare la differenza sono la programmazione e il focus sull’obiettivo comune di essere sempre più performanti, un quid in più non tanto rispetto all’avversario, ma rispetto a quanto fatto qualche giorno prima: per eccellere bisogna essere in grado di migliorarsi.
D: Quindi, dato che la resa del mezzo meccanico dipende dall’atleta, è sempre l’uomo a essere centrale…
BM: Assolutamente, le persone che compongono un team, così come il personale di un’azienda, sono un asset al pari del mezzo di cui si dispone e delle tecnologie che lo alimentano.
D: Ecco quindi spiegato da dove nasce l’idea di unire almeno per qualche giorno l’anima aziendale di Bluenext a quella agonistica?
BM: Come dicevo poco fa, una squadra agonistica è la massima espressione dei valori che devono essere incarnati dal personale di un’azienda. Pensiamo a un gruppo di grinder che produce uno sforzo al pari di un sol uomo, o al sincronismo necessario per completare una strambata con vento teso: momenti che le telecamere sono in grado di immortalare, rendendoci l’idea dinamica del team work. Un’esperienza che ci insegna con immediata risultanza gli effetti del mancato apporto di una parte dell’equipaggio e di un singolo elemento. La vela, con il suo regolamento dettagliato, e più in generale il mare richiamano valori importanti, come sostenibilità ambientale, integrità, correttezza e responsabilità verso la collettività, che da sempre orientano anche l’attività di Bluenext.
D: Dopo questa experience sarà tempo di tornare ai campi di regata: come procederà la stagione del Bluenext Sailing Team?
BM: Abbiamo navigato tanto, e tante miglia abbiamo ancora da coprire: a inizio settembre sarà tempo di RIGASA, una regata offshore che parte e arriva proprio dalla nostra città, Rimini, cui ci sentiamo ovviamente molto legati, tanto da aver scelto la Marina di Rimini come base logistica e lo Yacht Club Rimini come circolo di appartenenza. Chiuderemo poi con tre grandi classiche: la Regata del Conero, che ci vedrà impegnati anche in occasione della Conero Cup ORC Invitational del sabato, la Barcolana, il cui background non necessita certo di presentazioni, e in ultimo la Veleziana, stupenda festa della vela con arrivo nel bacino di San Marco.
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