Super Sensini nel giorno del trionfo australiano
Classi OlimpicheOlimpiadiPechino 2008Vela 18 Agosto 2008 Zerogradinord 0
Pechino 2008 – Qingdao – Finalmente un giorno quasi perfetto. A Qingdao, dopo aver sofferto con il vento leggero prima e con la burasca poi, le classi ancora impegnate tra le boe olimpiche hanno goduto di una brezza di media intensità, che ha permesso lo svolgimento di quasi tutte le manche in programma.
Tra queste, le Medal Race delle classi 470 che hanno sancito la superiorità degli armi australiani, dominatori indiscussi dell’evento, e le ultime tre prove delle classi Laser, giunte all’appuntamento con la finale dopo una serie di qualificazione articolatasi su nove manche. Tre le regate portate a termine anche da Star e Tornado, per le quali l’avventura olimpica è a tre quarti del cammino.
470 maschile e femminile
[singlepic=242,170,250,,left]Avrebbero vinto l’oro anche senza prendere parte alla Medal Race, ma Nathan Wilmot e Malcom Page hanno voluto onorare l’impegno olimpico sino alla fine e, dopo esssersi presentati al via della regata di finale, si sono pure cavati il lusso di dominarla. Una vittoria schiacciante, quella della coppia australiana che già al momento dell’arrivo a Qingdao aveva dichiarato di aver un compito da finire. Tre volte iridati e vincitori di numerosi titoli internazionali, Wilmot-Page avevano infatti mancato l’appuntamento con le medaglie di Atene e avevano prolungato di qualche anno la loro carriera agonistica proprio per potersi cavare la soddisfazione di un alloro a cinque cerchi. Una gioia per tutto il paese, lontano dal podio della vela dai Giochi di Sydney del 2000.
A conquistare l’argento, il secondo dopo quello di Atene 2004, sono stati gli inglesi Rogers-Glanfield che, alla vigilia della Medal Race, chiusa in terza posizione, erano quarti, a cinque punti dai fratelli olandesi Coster e a tre dai francesi Charbonnier-Bausset. A beffare tulipani e transalpini, sesti e settimi nella finale, sono state le ottime performance degli spagnoli Barreiros-Sarmiento e dei nostri Zandonà-Trani, transitati sul traguardo in quarta e quinta posizione.
La delusione più grande è toccata a Sven e Kalle Coster, scivolati come i fratelli Sibello dalla seconda alla quarta piazza: la parità con l’armo francese, premiato con il bronzo, è stata risolta a favore di quest’ultimo in virtù del miglior piazzamento nella Medal Race.
Sesto posto finale, invece, per Gabrio Zandonà e Andrea Trani, protagonisti a Qingdao della loro seconda Olimpiade: una campagna conclusasi con un risultato migliore di quello rimediato ad Atene, dove il binomio azzurro arrivò forte del titolo iridato conquistato nel 2003, me che comunque, letto alla luce dei risultati inanellati nel corso degli ultimi mesi, lascia con un pò di amaro in bocca.
Successo australiano anche in campo femminile: le poco più che ventenni Elise Rechichi e Tessa Parkinson, terze in gennaio al Mondiale di Melbourne, hanno trionfato nonostante il nono posto ottenuto nella Medal Race, alla quale erano giunto con un vantaggio decisamente ragguardevole sulle olandesi De Koning-Berkhout. Per le tre volte iridate non è stato affatto un problema difendere la medaglia d’argento dall’assalto delle inseguitrici più immediate, le brasiliane Oliveira-Swan. A queste, premiate con il bronzo, non è bastato il trionfo nella Medal Race per migliorare la propria posizione di classifica.
Si è invece chiusa con un terzo posto di giornata la seconda Olimpiade di Giulia Conti che, assieme a Giovanna Micol, si appresta a lasciare la Cina consapevole di non aver raccolto quanto nelle sue possibilità. Giunte all’appuntamento con le regate a cinque cerchi da vice campionesse iridate, le azzurre non sono mai entrate in lotta per un posto sul podio, mancando l’obiettivo dichiarato di inizio campagna.
Curiosità buona per gli almanacchi: la doppia vittoria australiana ha dato nuovo lustro all’immagine del coach Victor Kovalenko. Medal Maker, questo il suo soprannome, è ora l’unico allenatore di 470 ad aver guidato al successo tanto l’armo maschile quanto quello femminile in tre edizioni dei Giochi (Atlanta 1996, Sydney 2000 e Pechino 2008).
470 maschile, risultati dopo la Medal Race: 1° Wilmot-Page (AUS) pt. 44; 2° Rogers-Glanfield (GBR) pt. 75; 3° Charbonnier-Bausset (FRA) pt. 78; 4° Coster-Coster (NED) pt. 78; 5° Barreiros-Sarmiento (ESP) pt. 87. Seguono 25 equipaggi.
470 femminile, risultati dopo la Medal Race: 1° Rechichi-Parkinson (AUS) pt. 43; 2° De Koning-Berkhout (NED) pt. 53; 3° Oliveira-Swan (BRA) pt. 60; 4° Korencki-Buskila (ISR) pt. 66; 5° Conti-Micol (ITA) pt. 75. Seguono 14 equipaggi.
Laser Standard e Radial
[singlepic=243,250,170,,left]Tre manche portate a termine per le classi Laser e serie che si chiude con nove prove valide. In campo maschile, questa giornata si è rivelata ricca di soddisfazioni per il favoritissimo Paul Goodison (oggi 1-4-6) che, nonostante un avvio zoppicante, approda alla Medal Race di domani con un vantaggio del tutto rassicurante sullo svedese Rasmus Myrgern (22-7-2), per il quale priorità massima sarà difendersi dall’assalto del portoghese Gustavo Lima (16-8-3), dello sloveno Vasilij Zbogar (18-1-11) e del nostro Diego Romero (11-9-10). Tra gli ultimi a staccare il biglietto per Pechino, l’italo-argentino è senza dubbio la sorpresa più bella di una nazionale che, almeno per ora, si è espressa decisamente al di sotto delle aspettative. Romero, già olimpionico con il team argentino e due volte sul podio mondiale, è infatti in piena lotta per una medaglia che lui stesso, alla vigilia della partenza per la terra dei dragoni, vedeva come appartenente al mondo del vorrei ma non posso.
In questa classe va sottolineata la clamorosa débacle di Tom Slingsby (12-11-40). Presentatosi all’appuntamento olimpico da favorito, in virtù dei successi ottenuti nelle ultime edizioni dei mondiali, il velista australiano è andato in crisi sin dalla prima giornata, chiusa con tre piazzamenti oltre il ventesimo, e non è stato in grado di reagire. Per lui un incredibile ventitreesimo posto e la delusione di non essere mai entrato tra i dieci.
In campo femminile, le tre regate odierne hanno riportato Anna Tunnicliffe (15-2-2) al comando della classifica con sette punti di vantaggio sulla lituana Gintare Volungeviciute (21-6-4) e undici sulla cinese Lijia Xu (1-11-6). Medal Race che, a meno di clamorosi episodi, non dovrebbe presentare particolari difficoltà per la velista statunitense, a favore della quale ha deposto una regolarità senza pari: su nove prove, infatti, la Tunnicliffe ha scartato il quindicesimo di oggi, portandosi dietro, come peggior risultato, un sesto.
Discorso medaglie che pare precluso all’australiana Sarah Black (8-1-5), quarta a dieci punti dal bronzo. Niente da fare, invece, per la francese Sarah Steyaert (3-10-11): quinta a ventidue lunghezze dalla zona medaglie, la campionessa iridata tenterà di difendere la posizione dall’assalto della belga Eli Van Acker (12-4-18) e della neozelandese Jo Aleh (14-14-20), leader della classifica a metà serie, entrata in crisi con l’aumentare della brezza.
Olimpiade certo non entusiasmante per Larissa Nevierov (16-24-21). Il diciannovesimo posto finale racconta di un atleta che, come a Sydney 2000 e ad Atene 2004, non è mai stata in grado di esprimersi al livello delle migliori.
RS:X maschile e femminile
[singlepic=244,170,250,,left]L’avevamo detto: l’aumento del vento giocherà contro Jian Yin (8-8), surfista cinese dominatrice delle prime giornate di questa Olimpiade. Avvicinata da Alessandra Sensini (2-5) nel corso della giornata di ieri, la giovanissima padrona di casa è stata scavalcata dalla campionesse italiana che, a una sola manche dalla Medal Race, guida la classifica femminile con due lunghezze di vantaggio grazie alla strepitosa regolarità. Alle spalle della cinese, in favore della quale potrebbe deporre un nuovo calo del vento, insistono la spagnola Marina Alabau (5-4) e la britannica Bryony Shaw (3-1). In lotta per una medaglia c’è anche l’australiana Jessica Crisp (14-6), distante dalla Sensini solo undici punti.
Discorso chiuso, invece, per la neozelandese Barbara Kendall (6-13), settima a venti punti dalla vetta, e per l’ucraina Olga Maslivets (12-12), ottava. Praticamente fuori dalla finale la francese Faustine Merret (18-7), tra le favorite della vigilia, scivolata in quindicesima posizione.
Tra gli uomini resiste il neozelandese Tom Ashley (6-8), anche se, a ridosso della vetta, irrompe l’inglese Nick Dempsey (5-3), secondo a tre punti dal leader. A una sola lunghezza dal britannico, quindi in pienba lotta per entrambe le medaglie più importanti, staziona il francese Julien Bontemps (10-2) alla cui spalle, più staccato, è posizionato l’israeliano Shahar Zubari (19-1), leader della graduatoria per buona parte della serie. Profumo d’alloro aleggia anche dalle parti del brasiliano Ricardo Santos (7-5) che durante le ultime manche tenterà il tutto per tutto pur di creare problemi a chi lo precede.
Nessuna speranza di Medal Race per Fabian Heidegger (26-21), oggi finito oltre il ventesimo posto per la prima volta nel corso della serie. Il surfista di Bolzano, attualmente diciottesimo, spera di chiudere la propria partecipazione tra i primi venti. Per risucirci dovrà amministrare al meglio i tre punti di margine sul coreano Tehoon Lee.
Star
Non decollano Negri-Viale (10-7-7) nella Star, dove, a guidare la classifica dopo sette prove, sono, con ventitre punti, gli svedesi Loof-Ekstrom (6-1-8) seguiti, a tre punti, dagli inglesi Percy-Simpson (8-2-1) e, a nove, dai francesi Rohart-Rambeau (7-6-9), incalzati a loro volta dai campioni iridati Kusznierewicz-Zycki (10-9-3). Per ora protagonisti di una serie deludente, i due velisti liguri, entrati quest’oggi nei dieci, hanno a disposizione ancora tre regate per tentare di accorciare le distanze dalla terza piazza, ora lontana venti punti, e poi giocarsi il tutto per tutto nella Medal Race.
Obiettivo analogo a quello di altri equipaggi considerati tra i favoriti della vigilia, come gli svizzeri Marazzi-De Maria (5-5-6), noni a quota quarantuno, i brasiliani Scheidt-Prada (9-10-2) e i neozelandesi Pepper-Williams (1-12-11), appaiati al settimo posto con un ritardo di sole sei lunghezze dalla piazza che vale il bronzo.
Tornado
[singlepic=245,250,170,,left]Sette prove valide anche per i Tornado, che prosegue nella sua marcia al passo con la classe Star. Ottime notizie per lo scafo azzurro: il conteggio dello scarto ha permesso a Marcolini-Bianchi (8-4-6) di liberarsi del quindicesimo ottenuto nella prima prova e di scalare la graduatoria sino alla quinta piazza, divisa con i fortissimi argentini Lange-Espinola (4-6-9). Terzi, con un solo punto di vantaggio sugli italiani, sono i greci Paschalidis-Trigonis (2-12-4).
Più difficile l’inseguimento alla coppia di testa. Gli spagnoli Echavarri-Paz (7-13-1), iridati nel 2007 e nel 2005, e gli australiani Bundock-Ashby (5-9-2), titolari di un argento olimpico e di sei titoli mondiali, dividono la vetta con un margine piuttosto consistente rispetto agli avversari.
Giornata negativa per l’aussie-olandese Mitch Booth (10-2-8), sceso al settimo posto. Olimpiade da dimenticare, invece, per Lovell-Ogltree (12-14-15), medagliati ad Atene che, a Qingado, vuoi per la sarsa efficineza del loro particolare Code Zero, vuoi per qualche errore di troppo, hanno deluso le aspettative del team statunitense.
Il programma di domani
Olimpiade che si avvia verso la conclusione. Domani verranno assegnate le medaglie delle classi Laser – Diego Romero è in piena lotta per un alloro – mentre gli RS:X tenteranno di disputare l’unica prova che manca per completare la serie di qualificazione. Ottava e nona prova in programma per Star e Tornado, chiamate alla disputa della decima regata mercoledì, giorno di Medal Race per Alessandra Sensini e colleghe.
Le foto di questo servizio sono offerte da Juerg Kaufmann.
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