49er: i danesi sono d’oro, proteste permettendo. Finn e Yngling: gioia britannica
Classi OlimpicheOlimpiadiPechino 2008Vela 17 Agosto 2008 Zerogradinord 0
Pechino 2008 – Qingdao – Finalmente il vento, finalmente il mare mosso, finalmente le Medal Race. Succede tutto in un giorno a Qingdao dove, pur non essendo favorevoli, almeno per ora, ai colori azzurri, i fatti raccontano di uno sport capace di emozionare anche il pubblico più disinteressato. Merito senza dubbio della Medal Race, per la prima volta entrata a far parte del format olimpico, e della grinta dei protagonisti che, incuranti della brezza oltre i venti nodi e del moto ondoso particolarmente pronunciato, hanno dato vita a tre regate di finale decisamente avvincenti. Una, quella dei 49er, ancora in attesa di essere convalidata dal Comitato di Regata, addirittura incredibile.
49er
[singlepic=238,250,170,,left]Meno di mezz’ora al via della Medal Race. Sul campo di regata il vento soffia oltre i venti nodi. Il mare è attraversato da frangenti di grosse dimensioni. L’equipaggio danese, primo in classifica generale con undici punti di vantaggio sui fratelli Sibello, viene inquadrato dalle telecamere: l’albero è rotto in due, spaccato all’altezza della crocetta.
Increduli, Warrer-Ibsen fanno rotta verso il porto, distante fortuna loro, solo qualche centinaio di metri. Gli azzurri vedono le loro azioni alzarsi improvvisamente. Per mettere la mani sull’oro gli basterà regatare di conserva, contenendo gli assalti di australiani, spagnoli e tedeschi: ovvero di quegli equipaggi che li incalzano in classifica generale.
La partenza dei fratelli alassini non è delle migliori, ma subito si registra la prima scuffia: Martinez-Fernandez, i campioni olimpici di Atene 2004, vanno gambe all’aria. Gli italiani li sfilano da vicino e si attestanto in terza posizione, dietro a francesi e austriaci, binomi che non hanno alcuna possibilità di risalire la china.
Nel corso della prima impoppata le cose si mettono ancora meglio per i Sibello, pronti a salire al secondo posto in seguito alla scuffia di Dyen-Rocheriueux.
Le telecamere indugiano sullo scafo danese, fermo in banchina con l’albero spezzato e la randa ancora issata. Nessuno si occupa di disarmarlo: tutto lo shore team danese guarda verso il mare. L’inquadratura si sposta sul 49er croato e la sovraimpressione riporta i nomi di Jonas Warrer e Martin Ibsen. Preso in prestito lo scafo di Kostov-Cupac, fuori dalla Medal Race, i danesi si lanciano all’inseguimento degli avversari. Il ritardo è grande, la speranza quella di contenere le perdite e puntare, ipotesi remota, a un bronzo che saprebbe di consolazione.
Davanti, la battaglia infuria. L’incubo della scuffia colpisce gli austriaci e i Sibello volano al comando. L’oro è già al collo, bisogna solo contenere l’assalto di Outteridge-Austin, coppia aussie decisa a tentare il tutto per tutto. Durante l’ultima bolina, un salto di vento favorisce gli australiani che, issato il gennaker, puntano decisi l’arrivo.
L’impoppata finale è da leggenda. Nathan Outteridge e Ben Austin escono male da una strambata e scuffiano. I fratelli alassini sono primi, oro scontato. E invece no. Sino a quel momento bravi a controllare il loro 49er, i Sibello sbagliano in fase di manovra e finiscono adagiati su un fianco. Da dietro rinvengono gli spagnoli a tutta velocità, seguiti a un niente dai tedeschi Peckolt-Peckolt. Una volata lunghissima. Martinez-Fernandez non commettono errori e vanno a vincere mentre i Sibello raddrizzano il loro scafo. Sul traguardo passa anche l’armo teutonico, seguito da quello britannico. E’ finalmente il momento degli azzurri, quarti.
Si fanno i conti: spagnoli incredibilmente campioni olimpici, tedeschi secondi, italiani solo terzi.
L’illusione dura poco per i vincitori di Atene. Warrer-Ibsen, infatti, passati i brasiliani, approfittano del ritiro di austriaci e statunitensi, chiudendo settimi nonostante una scuffia a meno di cento metri dal traguardo.
In Barca Comitato i giudici discutono a lungo prima di comunicare ai protagonisti i risultati. Quando il tabellone viene esposto, esplode la gioia danese: Martinez-Fernandez fermano la loro rincorsa a tre punti dall’oro. A due lunghezze dall’argento, invece, si piazzano due coppie di fratelli, i Peckolt e i Sibello. La parità viene risolta dall’esito della Medal Race e non dal confronto dei parziali, favorevoli agli azzurri: i tedeschi sono bronzo, i nostri medaglia di legno.
Giunti a terra, sono in diversi a chiedersi se la partenza dei danesi, passati sulla linea con abbondante ritardo rispetto agli avversari, sia da ritenersi valida o meno. Altri se non sia il caso di ripetere tutta la regata, viziata da troppi difetti di forma: partenza danese irregolare, vento troppo forte, mare troppo mosso. Qualche team, incluso quello italiano, medita di presentare protesta. Anticipa tutti il Comitato di Regata, che la protesta contro Warrer-Ibsen la presenta per presunte difformità di stazza – per vedere l’albo ufficiale delle proteste clicca qui – chiamando a testimoniare il Presidente degli stazzatori ISAF.
Un finale thrilling, che ancora deve giungere all’epilogo: in caso di squalifica dell’armo croato-danese, l’oro tornerebbe ad ornare il collo di Martinez-Fernandez, l’argento quello dei fratelli Peckolt e il bronzo finirebbe nelle mani dei Sibello…
49er, risultati dopo la Medal Race: 1° Warrer-Ibsen (DEN) pt. 61; 2° Martinez-Fernandez (ESP) pt. 64; 3° Peckolt-Peckolt (GER) pt. 66; 4° Sibello-Sibello (ITA) pt. 66; 5° Outteridge-Austin (AUS) pt. 73. Seguono 14 equipaggi
Finn
[singlepic=234,250,170,,left]Salito sul trono a metà della serie di qualificazione, Ben Ainslie ha messo a tacere i pochi detrattori, vincendo in modo autoritario la Medal Race della classe Finn.
Il via alle danze è stato dato dopo a pomeriggio inoltrato, dopo un rinvio causato dalla scarsa visibilità. Il talento britannico, a suo agio nella brezza tesa da sud-est, ha preso subito la testa della regata, tessendo le trame di un successo strepitoso virata dopo virata, bordo dopo bordo.
Già oro a Sydney e ad Atene, Ainslie, senza dubbio il miglior interprete di sempre nel singolo pesante a cinque cerchi e secondo per numero di allori solo a Paul Elvstrom – quattro ori tre il 1948 e il 1960 – ha tagliato il traguardo sotto il cielo plumbeo, anticipando il danese Jonas Hoegh-Christensen, finito sesto assoluto, e lo spagnolo Rafa Trujillo, medagliato in Grecia che nella terra dei dragoni si è dovuto accontentare della nona posizione.
A completare il podio sono stati lo statunitense Zack Railey, sesto in Medal Race e protagonista di una serie di qualificazione priva di sbavature, e il francese Guillaume Florent, giunto a pari punti con lo svedese Daniel Birgmark ma premiato con la medaglia di bronzo in virtù del miglior piazzamento ottenuto nella regata di finale.
Finn, risultati dopo la Medal Race: 1° Ben Ainslie (GBR) pt. 23; 2° Zack Railey (USA) pt. 45; 3° Guillaume Florent (FRA) pt. 58; 4° Daniel Birgmark (SWE) pt. 58; 5° Christopher Cook (CAN) pt. 67. Seguono 21 equipaggi.
Yngling
[singlepic=237,250,170,,left]Ventidue nodi, mare formato e pioggia incessante. Gli Yngling olimpici si sono giocati le medaglie affrontando condizioni meteo estremamente complesse, specie se si considera che la Medal Race ha chiuso una serie di regate caratterizzate dal vento leggerissimo, a tratti impalpabile.
Uscite incolumi dal box di partenza, teatro di una collisione tra russe e francesi, le campionesse iridate del 2007 e 2008, Ayton-Webb-Wilson, leader della classifica generale sin dalla giornata d’apertura, hanno dimostrato di valere più delle olandesi Mulder-Bes-Witteveen, seconde in classifica generale a una sola lunghezza.
Girata la boa di bolina con un secondo di vantaggio sulle dirette avversarie, le inglesi hanno inserito la marcia superiore nel corso della prima impoppata. Incontenibili con le condizioni odierne, Ayton-Webb-Wilson si sono presentate al cancello di poppa con quattro lunghezze sulle tedesche, brave a rinvenire durante la seconda bolina e a girare l’ultima boa al vento in prima posizione.
Una poppa, l’ultima, che ha parlato nuovamente inglese: Ayton-Webb-Wilson, sicure del fatto loro, hanno fatto il vuoto, tagliando la linea in prima posizione. Alle spalle delle neo campionesse olimpiche, gloria anche per Schuemann-Hoepfenr-Bleck, seconde in Medal Race e quarte assolute, per le greche Bakatorou-Papadopoulou-Kravarioti, terze di giornata e bronzo olimpico, e per le olandesi, capaci di un quarto posto che, ai fini della classifica generale, è valso l’argento.
Conclusione senza lieto fine per le australiane Weir-Gojnich-Farrell, la cui felicità per il raggiungimento del quinto posto nella Medal Race è stata cancellata dalla squalifica inflittagli dalla Giuria perchè, prima di prendere il mare, avevano scordato di presentarsi al peso equipaggio.
Yngling, risultati dopo la Medal Race: 1° Ayton-Webb-Wilson (GBR) pt. 24; 2° Mulder-Bes-Witteveen (NED) pt. 31; 3° Bekatorou-Papadopoulou-Kravarioti (GRE) pt. 48; 4° Schuemann-Hoepfner-Bleck (GER) pt. 56; 5° Le Helley-Lepesant-Gerecht (FRA) pt. 56. Seguono 10 equipaggi.
RS:X maschile e femminile
[singlepic=225,250,170,,left]Nel giorno in cui tre classi hanno tirato le somme della rassegna olimpica, le tavole a vela hanno messo in cascina altri due risultati, portando a sette il numero di regate valide ai fini della classifica generale.
In campo femminile, ottime notizie per i colori azzurri. Dopo essere uscita quasi indenne da cinque manche disputate in condizioni di vento leggerissimo a lei non congeniali, Alessandra Sensini (oggi 3-2) ha messo a segno due ottimi risultati. Due piazzamenti che hanno portato la campionessa grossetana al secondo posto della graduatoria, guidata sempre da Jian Yin (13-7). Com’era lecito attendersi, la leggerissima velista cinese ha avuto evidenti problemi nel gestire le particolari condizioni odierne e ha perso prezioso terreno nei confronti della nostra rappresentante che, a tre manche dalla conclusione, accusa ora un ritardo dalla vetta di sole sette lunghezze.
La Sensini dovrà però guardarsi le spalle. L’asutraliana Jessica Crisp (8-9), infatti, la segue a soli tre punti, mentre la spagnola Marina Alabau (11-8) è appena più staccata, ma non per questo fuori dalla lotta per le medaglie.
Quinta piazza, a nove punti dalla pluri titolata campionessa italiana, per la neozelandese Barbara Kendall (4-3), in ripresa dopo un pessimo avvio). Sempre in ritardo l’ucraina Olga Maslivets (1-4), settima nonostante la buona giornata. Addirittura fuori dai dieci la francese Faustine Merret (19-17), data tra le favorite della vigilia ma mai entrata veramente in gara.
Tra gli uomini perde tre posizioni l’israeliano Shahar Zubari (6-19). Dal primo al terzo posto a favore del neozelandese Tom Ashley (5-3) e del velocissimo francese Julien Bontemps (8-2).
Avvicendamenti di classifica a parte, la situazione in questa classe appare molto fluida. Dopo sette manche, anche l’inglese Nick Dempsey (7-17), quarto, nutre buone speranze di rimonta.
Discorso diverso per gli atleti piazzati dal quinto posto in poi. Per alcuni di essi, come King Yin Chan (33-21), rappresentante di Hong Kong letteralmente precipitato dal secondo posto, e per il brasiliano Ricardo Santos (3-6), le speranze sono ancora vive, ma la rimonta appare possibile solo per le piazze che valgono il secondo e terzo posto.
In media i risultati di Fabian Heidegger (13-18). Il giovanissimo itaiano, venuto in Cina per fare esperienza, è attualmente diciottesimo e non ha fondate speranze di entrare in Medal Race.
Laser Standard e Radial
[singlepic=233,250,170,,left]Nuovo cambio al vertice della classe Laser Standard, protagonista oggi di una sola prova e per questo chiamata domani a un impegno improbo. Il Comitato Organizzatore, infatti, nella speranza di giungere alla Medal Race di martedì con la serie di qualificazione completa, ha previsto ben quattro manche, tanto per il singolo maschile, quanto per quello femminile.
La notizia di oggi, come accennato, sta nel ritorno di Paul Goodison (7) al comando della classifica provvisoria. Dopo sei manche, il talento britannico pare aver rotto gli indugi e, scalzato il nostro Diego Romero (15) dalla vetta, tiene le redini della situazione in mano grazie ai tre punti di vantaggio sullo sloveno Vasilij Zbogar (11). Terzo, a quattro lunghezze, Julio Alsogaray (1), l’unico ad essersi cavato la soddisfazione di due primi di giornata. A pari punti con l’argentino, il francese Jean Baptiste Bernaz (10) e lo svedese Rasmus Myrgern (13).
Niente di compromesso per il portoghese Gustavo Lima (6) e per il già citato Diego Romero, sesto e settimo a cinque punti da Goodison.
E’ durata poche ore la leadership di Jo Aleh (14) nel Laser Radial. Chiudendo quattordicesima, la neozelandese è stata superata dalla lituana Gintare Volungeviciute (4), prima con sei punti di margine sulla regolarissima statunitense Anna Tunnicliffe (3). Discorso medaglie che non esclude Lijia Xu (2) dalla lotta. Dimostrando di gradire le condizioni estreme di oggi, la velista cinese segue il gruppetto di testa da distanza ravvicinata.
Quasi finita la terza Olimpiade di Larissa Nevierov (13), quattordicesima in classifica generale a distanza ragguardevole dalle decima, la svizzera Nathalie Brugger (10).
Star
Una sola prova valida anche per la classe Star che domani, vento permettendo, è chiamata alla disputa di tre manche. Dopo quattro prove, mandate in archivio a spizzichi e bocconi, a guidare la classifica è il campione del mondo in carica Mateusz Kusznierewicz (2) che, assieme al suo prodiere Dominik Zycki, anticipa gli ex iridati francesi Rohart-Rambeau (4), appesantiti dal dodicesimo rimediato nella prima manche, di un solo punto. In piena lotta per la vittoria anche gli svedesi Loof-Ekstrom (3), vincitori della prova d’apertura, i tedeschi Pickel-Borkowski (8), gli statunitensi Dane-Sperry (12), leader sino a questa mattina, e i neozelandesi Pepper-Williams (11). In rimonta la coppia carioca Scheidt-Prada (1), attualmente settima a sette punti dalla vetta, e il binomio britannico Percy-Simpson (5).
Nessun miglioramento per Diego Negri e Luigi Viale (7), incapaci per ora di mettere a segno qualche risultato importante utile tanto per la classifica, quanto per il morale; al momento, i due azzurri sono dodicesimi a quasi venti punti dalla coppia leader.
Tornado
[singlepic=232,250,170,,left]Sono positive le notizie provenienti dal Tornado, oggi protagonista di una sola prova.
Marcolini-Bianchi (2), bravi a centrare un secondo di giornata, hanno scalato diverse posizioni e si sono portati al settimo posto. Seppur molto staccati dalla coppia di testa, composta dagli spagnoli Echavarry-Paz (4) e dagli australiani Bundock-Ashby (1), i due azzurri attendono il conteggio degli scarti per avvicinarsi alla vetta.
Davanti a laro, a parte gli armi già citati, i greci Paschalidis-Trigonis (7), terzi, gli argentini Lange-Espinola (12), scesi dal secondo al quarto posto, e gli olandesi Booth-Nieuwenhuis (3), quinti.
In sesta posizione, una sola lunghezza avanti i nostri connazionali, i canadesi Johansson-Stittle (9), i cui parziali, tolto lo scarto, sono decisamente peggiori rispetto a quelli della coppia italiana.
Sempre in ritardo gli statunitensi Lovell-Ogletree (11), oggi, con condizioni di vento particolarmente teso, alle prese con la difficile gestione del loro Code Zero.
Il programma di domani
Scontato il turno di riposo, i 470 torneranno ad incrociare le prue domani mattina con lo svolgimento della Medal Race. Ben quattro le manche in programma per le due classi Laser, chiamate alla sfida decisiva martedì. Tre prove, invece, per RS:X, Star e Tornado, classi che hanno dalla loro ancora qualche giorno per poter completare la serie di qualificazione.
Le foto di questo servizio – ad eccezione di quella dei fratelli Sibello – sono offerte da Juerg Kaufmann.
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