Classi Olimpiche, North Sails intervista Berta-Carraro
Classi OlimpicheDeriveIn evidenzaVela 8 Maggio 2017 Zerogradinord 0
Hyeres – Elena Berta e Sveva Carraro, atlete rispettivamente del C.C. Aniene e dell’Aeronautica Militare, sono reduci da un quinto posto overall nella World Cup Series di Hyeres, ottenuto anche grazie all’affermazione nella Medal Race. In regata con i profili North Sails, le due atlete della squadra azzurra hanno chiacchierato con noi in merito alla loro esperienza in 470 e all’imminente Campionato Europeo di Montecarlo.
Elena, Sveva, da quanto tempo avete iniziato l’esperienza in 470 insieme?
E: È ormai un anno e mezzo che regatiamo insieme: abbiamo iniziato ad agosto 2015.
Le vostre esperienze, in termini di Classi Olimpiche, sono simili?
S: Ci sono dei punti in comune, ma il percorso formativo è stato in realtà molto diverso: Elena ha fatto esperienza in Optimist, 420 e 470, mentre io provengo dal mondo del Moth Europa, che ho iniziato a circa tredici anni perché anche da piccolina ero già abbastanza prestante a livello fisico. Poi ho fatto la scelta di passare al 470.
L’inizio di stagione è stato per voi ottimo e a Hyeres è arrivata un’altra bella soddisfazione: in cosa è consistita la vostra preparazione invernale che vi ha poi portato a vincere l’Italiano e a ottenere il quinto posto sia a Palma de Maiorca che in Francia?
E: Durante l’inverno abbiamo scelto di fare una preparazione centrata sulla crescita del nostro binomio, quindi dopo alcuni allenamenti con il gruppo della Nazionale ci siamo concentrate più su noi stesse, anche grazie al supporto del nostro allenatore Paolo Mariotti, lavorando sui nostri punti deboli e sulla nostra sincronia. I risultati si sono visti: è tangibile il fatto che siamo riuscite a colmare alcune lacune che con la preparazione fatta insieme a altri equipaggi non riuscivamo a risolvere. C’è poi stato tanto lavoro anche sulla preparazione fisica, che sta portando ottimi frutti: in questo caso, la scelta della preparatrice è stata affidata in toto a Sveva e oggi siamo seguite dalla bravissima Francesca Keper. I nostri circoli ci forniscono un supporto essenziale nella preparazione, così come gli sponsor tecnici che seguono la nostra attività.
Quali sono i vostri punti di forza e su cosa, invece, c’è margine di miglioramento?
S: Anche a fronte di come sono andati i primi eventi di stagione, mi sento di dire che abbiamo una buona velocità in bolina e spesso le scelte tattiche si rivelano vincenti. Stiamo migliorando sulle partenze, che per noi sono sempre state un punto critico, e dovremo continuare a lavorare sulle andature portanti dove i margini di miglioramento sono notevoli.
La vostra attività è seguita anche da North Sails, tra l’altro fornitrice delle vostre vele: com’è lavorare a così stretto contatto con una veleria?
E: Quella di continuare a lavorare con North Sails è stata una scelta facile, anche dettata dal fatto che, in un momento di crescita dell’equipaggio delicato come questo, anche i più piccoli dettagli fanno la differenza. La cura della barca, lo studio sulle vele, la scelta dei materiali non possono essere lasciati da parte. Con North Sails siamo tranquille perché abbiamo la garanzia di avere materiali di prima qualità e, soprattutto, i prodotti consegnati, pur essendo tecnicamente differenti l’uno dall’altro, sono sempre simili, per cui non si deve impazzire per capire come sfruttarne a pieno le potenzialità e trovare il setting ottimale. Un grande aiuto ci arriva dal nostro velaio di riferimento Giulio Desiderato, amico ed allenatore che ci dispensa sempre ottimi consigli: stare con North Sails garantisce un rapporto di fiducia. E’ una costante che accomuna tutto il nostro mix di fornitori.
In Italia il 420 è sempre molto attivo, voi siete un equipaggio che è di ispirazione per tanti giovanissimi nel mondo della vela: vi sentite di dare un messaggio a tutti coloro che scelgono di approcciarsi alla vela olimpica?
S: Sicuramente, prima di tutto, bisogna avere tanta pazienza, nel senso che la Classe Olimpica richiede costanza, voglia e impegno. Non bisogna scoraggiarsi se, inizialmente, come spesso succede, i risultati non arrivano subito o arrivano in modo scostante: ci si trova a regatare con gente che lavora sodo curando ogni piccolo dettaglio, non a caso si tratta di professionisti a tutti gli effetti. È comunque un ambiente molto bello, dove lo sport è il centro di tutto, dove gli stimoli sono tantissimi anche grazie al livello alto delle flotte.
E: Bisogna anche scegliere il tecnico ed il gruppo di allenamento giusti, perché il passaggio dalla classe giovanile a quella Olimpica è molto forte, quindi è necessario avere a fianco una persona che sia in grado di accompagnare l’atleta in questo percorso.
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