Video courtesy Barcolana.
Trieste – In occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, la Società velica di Barcola e Grignano ha deciso di commissionare la realizzazione di un nuovo trofeo, che verrà assegnato al primo arrivato in tempo reale.
Il trofeo unisce il racconto e la storia della Barcolana alle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia: esso sarà esposto infatti a Roma, a Valle Giulia, a partire dal primo aprile, nell’ambito della mostra che racconta, attraverso le testimonianze delle singole Regioni, la storia dell’Italia unita. La Barcolana è stata scelta infatti dalla Regione Friuli Venezia Giulia come uno degli elementi di promozione e racconto del territorio, e la Società Velica di Barcola e Grignano, ha voluto creare un forte legame tra la regata e questa importante celebrazione che la vede nel ruolo di testimonial.
Intitolato L’albero futurista, il trofeo per la 43ma edizione della Barcolana è stato presentato oggi a Trieste, nella sede della Società velica di Barcola e Grignano, dal nuovo presidente del sodalizio, l’architetto Vincenzo Spina, eletto a fine febbraio e chiamato a dirigere la società e la regata nei prossimi due anni.
“Siamo onorati di rappresentare il Friuli Venezia Giulia alle cerimonie per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia – ha detto Spina – la Barcolana custodisce nella propria essenza la capacità di unire le persone e di raccontare una storia unica. Sentivamo il bisogno di ridare alla nostra regata un elemento di riflessione artistica, affinché la passione per la vela e il mare si esprimessero anche attraverso il linguaggio dell’arte. L’architetto Luciano Celli, con il contributo di Alessandro Starc, ha saputo interpretare questa nostra esigenza, valorizzando in una scultura l’essenza dell’evento e la celebrazione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia”.
La Barcolana ha voluto già in passato riflettere su sé stessa chiedendo il sostegno delle arti figurative: quello realizzato da Celli è infatti il terzo trofeo che la Società velica di Barcola e Grignano mette in palio in occasione della regata nei suoi quarantatre anni di storia. In passato, nel 1992 il trofeo triennale challenge Barcolana era stato commissionato a Nino Perizi, e dieci anni dopo, per l’edizione 2001 della regata, un nuovo trofeo fu realizzato dall’artista Marino Cassetti. Oggi, dieci anni più tardi, tocca a Celli disegnare e sintetizzare in una forma la storia e il mito della Barcolana.
Come per i precedenti trofei, la Società velica di Barcola e Grignano ha voluto scegliere un artista del territorio, capace di raccontare la Barcolana “da dentro”, esprimendo il valore che questo evento ha per Trieste e per il Friuli Venezia Giulia. E Celli ha ideato un trofeo che celebra Barcolana e Unità d’Italia valorizzando un aspetto che è l’essenza stessa della regata: il mito della velocità. In Barcolana vi è infatti l’obiettivo comune di arrivare primi: c’è chi investe per vincere la regata in assoluto, e chi punta alla vittoria di categoria. Il trofeo principale, assegnato allo scafo vincitore della line honour, ovvero il primo assoluto, sarà declinato in versione ridotta anche per i singoli vincitori di ogni classe, ovvero gli armatori che avranno saputo essere più veloci tra barche di pari dimensioni.
Il mito della velocità richiama necessariamente al futurismo, e il trofeo Barcolana ideato da Celli cita, rivisitandoli con l’aiuto di materiali moderni e vicini alla tecnologia delle moderne imbarcazioni, la poetica e lo stile futurista: “L’obiettivo – spiega Celli – è quello di esaltare con forza il dinamismo, visualizzare l’essenza del movimento: è il mito della velocità che ha ispirato il futurismo, e che oggi viene reinterpretato con materiali e forme attuali e riproposto nei suoi significati dinamici”.
L’immagine del trofeo vuole interpretare la verticalità dell’albero di una barca intorno al quale si avviluppano molteplici vele di forma e dimensione differenti. Il centro simbolico del trofeo è un albero tricolore, le vele – che sintetizzano in un gioco di specchi la presenza di quasi duemila barche a vela di differente foggia e forma alla regata – sono rappresentate da una serie di lamine riflettenti che catturano e moltiplicano luce e spazio. L’albero è costituito da un tondo in acciaio tornito e verniciato nei tre colori della bandiera; le vele sono delle lamine di acciaio sagomate e cromate lucide specchianti, e la base, scolpita in legno, ha una superficie ondulata e verniciata in blu cobalto. Il trofeo misura un metro d’altezza.
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