Presente e futuro nelle parole di Vasco Vascotto
America's CupTP52Vela 16 Aprile 2009 Zerogradinord 0
[singlepic=2208,300,204,,left]Vela e interviste – Trieste – Non solo MedCup e TP52 nelle parole di Vasco Vascotto, intervistato in esclusiva da Valencia Sailing e Zerogradinord.it a meno di un mese dall’inizio del circuito 2009. Lo skipper di Pisco Sour (l’ex Mutua Madrilena) parla anche della sfida lanciata da Dabliù Sail Project alla Coppa America.
D: Ti avevamo salutato in Nuova Zelanda, dove sei stato tra i protagonisti della grande performance di Damiani Italia Challenge, e ti ritroviamo a un mese dall’inizio dell’Audi MedCup pronto a rimetterti in gioco, nonostante l’assenza di un main sponsor. Tra le boe porterai Pisco Sour, il Mutua Madrilena del 2008 rinnovato sia nella livrea che dal punto di vista tecnico…
VV: La nostra barca è stata modificata e aggiornata sulla base delle ultime riflessioni di Rolf Vrolijk. In essa si possono ritrovare alcune delle peculiarità che caratterizzano le barche più recenti disegnate dallo stesso studio di progettazione: Matador e Artemis. I lavori sono stati importanti e hanno interessato scafo, coperta e piano velico. Abbiamo messo mano anche all’albero: abbiamo allargato le crocette e spostato l’attacco delle sartie. Oltre a questo, abbiamo cercato di renderla più aggressiva. Tutti optano per colorazioni opache, che personalmente ritengo poco eleganti. Noi invece ci siamo buttati sul nero lucido che a mio modo di vedere è molto, molto chich. Un altro piccolo vezzo ce lo siamo concessi nel nome, tornato ad essere Pisco Sour, nome che ha sempre accompagnato la nostra avventura nei TP52. La scritta emerge dal nero dello scafo ed è in carbonio a vista. Siamo molto soddisfatti, ora sta a noi metterla a punto al meglio per farla camminare bene.
D: Lavori che Dabliù Sail Project si è autofinanziata. A quanto sappiamo sei sempre alla ricerca di sponsor…
VV: Assolutamente si. Purtroppo in questo momento si sta vivendo un periodo di crisi economica. Dabliu Sail Project ha sempre fatto grandissimi investimenti: siamo andati ad Auckland, a Lanzarote e ora saremo ad Alicante e mi rendo conto che siamo ancora tra i pochi che si possono permettere certi “giochi”. Per quanto riguarda la Coppa del Re avremo sempre l’appoggio di Mutua Madrilena, ma per il circuito MedCup invece siamo assolutamente liberi, anche se qualche contatto molto interessante è già avviato.
D: A bordo, per quel che concerne l’equipaggio, ci sono cambiamenti in vista? Chi ci sarà al tuo fianco?
VV: Nonostante Silvia Berti (il suo ex addetto stampa, NDR) mi abbia dato 25 anni per 8 anni consecutivi, quest’anno ho controllato bene la mia carta d’identità e mi sono reso conto che sono alla soglia dei 40. Penso che sia giunto il momento di guardarmi attorno e puntare su qualche giovane, così come Franco Corazza e altri armatori hanno fatto con me. Il nucleo storico sarà sempre lo stesso, tranne per qualcuno che, per altri eventi già programmati, non potrà essere con me. E’ il caso di Cesare Bozzetti che sta lavorando ad un importante progetto a Venezia, ma che ci raggiungerà nelle tappe successive. Ma la vera novità è l’inserimento di Alberto Bolzan al timone, che secondo me è, in prospettiva, uno dei ragazzi più seri e bravi che ci sono nel nostro panorama velico. I nomi saranno più o meno gli stessi, a partire da Matteo Auguadro, Michele Paoletti, ma non voglio sbottonarmi troppo, diciamo solo che l’inserimento più importate riguarda appunto Alberto Bolzan, il resto lo scoprirete.
[singlepic=2211,300,204,,left]D: Lo scorso anno al tuo fianco c’era Nacho Postigo che oltre a essere il tuo navigatore è uno degli organizzatori del Circuito ed è stato tra i promotori dell’ingresso dei GP42 in MedCup. Come giudichi questo inserimento? Pensi sia una cosa positiva?
VV: Anche quest’anno avrò l’onore di avere Nacho al mio fianco, sono molto contento e ne vado fiero. E’ una persona molto intelligente e ha capito che i TP52 e i GP42, in questo momento, rappresentano il top della vela, anche perché, vista la situazione, di Coppa America ancora non se ne parla. Penso che sia il modo migliore per dare ottima visibilità ad uno sponsor come Audi, che continua a seguire con grande dedizione il nostro mondo, e per radunare ad ogni tappa il top della vela. E’ innegabile che queste due classi e il Circuito MedCup, adesso come adesso, rappresentino un po’ quello che nelle due ruote rappresentano la Moto GP e la 250 e sono convintissimo che Nacho e i suoi soci faranno un ottimo lavoro, esattamente come hanno fatto lo scorso anno.
D: Pensi che i tre TP52 nuovi avranno un passo decisamente superiore rispetto al resto della flotta, oppure le differenze non saranno così marcate?
VV: Matador, Artemis e Emirates Team New Zealand saranno superiori perché comunque hanno risorse superiori rispetto agli altri team. Negli ultimi anni sono i team che hanno fatto meglio e che hanno equipaggi di prima grandezza. Per quel che riguarda le barche, siamo arrivati ad un punto ideale perché il gruppo è veramente compatto: lo scorso anno, infatti, tutti hanno chiuso almeno una regata all’ultimo posto. Si lavora su differenze minime e questo rende estremamente emozionante e combattuta ogni regata. Uno spettacolo unico tanto per chi è in barca, quanto per chi segue dall’esterno.
D: Dabliù Sail Project e la Coppa America. Da quando avete lanciato la sfida hai presenziato a tutte le riunioni che ci sono state fino ad oggi. Qual è l’aria che si respira in questi periodi così difficili?
VV: Io sono estremamente positivo, credo che la Coppa America sia una competizione che non potrà morire. Mi auguro che trovino una soluzione per tornare in acqua. Noi velisti vogliamo questo. Non cavalchiamo nessun cavallo, speriamo solo di tornare a regatare il prima possibile, in una Coppa America equilibrata e accessibile a tutti.
D: In caso di Deed of Gift Match da disputarsi nel 2010 sareste interessati a prendere parte ad eventuali Act?
VV: E’ una cosa che stiamo valutando. Tutto ciò che è propedeutico a essere presenti e competitivi, e che serva a dare visibilità ai nostri sponsor è da noi preso in grande considerazione. Gli Act, indubbiamente, potrebbero rappresentare un’ iniezione di fiducia per il movimento velico. Torno a ripetermi dicendo che valuteremo come abbiamo valutato la nostra presenza a Auckland per le Pacific Series e come siamo soliti fare per ogni appuntamento al quale sia per noi possibile giungere debitamente preparati. Credo anche che per partecipare ad un evento come questo bisogna guardare il portafoglio. Spero che, ad essere premiati da parte degli sponsor, siano i team che nel corso degli ultimi due decenni hanno ottenuto i risultati migliori.
THE PRESENT AND FUTURE OF VASCO VASCOTTO IN THE TP52 AND IN THE AMERICA’S CUP
[singlepic=2209,300,204,,left]Sail and interview – Trieste – Vasco Vascotto, the legendary Italian sailor, doesn’t only speak about the TP52’s in this interview to Valencia Sailing and Zerogradinord.it a month before the start of the 2009 Audi MedCup season. The Italian skipper of Pisco Sour (former Mutua Madrileña) also talks about the current situation of the America’s Cup as well as his Dabliu Sail Project challenge.
Q: We last saw you in New Zealand, where you were one of the cornerstones of Damiani Italia Challenge’s great performance, and we now find each other one month before the start of the Audi MedCup, ready to jump into the game, despite the lack of a main sponsor. You will be leading Pisco Sour, the 2008 Mutua Madrileña yacht that has been modified not only aesthetically but also from a technical point of view.
VV: Our boat was modified and updated based on Rolf Vrolijk’s latest thoughts. In her one can find come of the peculiarities that characterize the most recent yachts designed by the same office: Matador and Artemis. Work has been extensive and covered the hull, deck as well as sail plan. We have also retouched the mast: We extended the spreaders and moved the attachment points of the shrouds. In addition to that, we tried to make her more aggressive. Everybody opted for opaque coloring, that I personally find lacking elegance. On the contrary, we went full ahead with shiny black, which in my view is very, very chick. Another small charm we granted ourselves was our name, going back to being called Pisco Sour, a name that has followed us throughout our adventure in the TP52 class. The name stands out from the black hull and is made out of untreated carbon fiber. We are very satisfied and now it’s up to us to fine-tune her in order to make her sail fast.
Q: All works have been financed by Dabliù Sail Project in their entirety. From what we understand you are always looking for a sponsor.
VV: Absolutely. Unfortunately the world is currently going through a financial crisis. Dabliù Sail Project has always made very big investments: we went to Auckland, to Lanzarote and we will now be in Alicante and I realize that we are among the very few that can still afford certain “games”. As far as the Copa del Rey is concerned, we will always have Mutua Madrileña’s support, but for the Audi MedCup circuit we are absolutely free, although a couple of very interesting contacts have already been initiated.
Q: Onboard the yacht, as far as the crew is concerned, are there any changes in view? Who’s going to be on your side?
VV: Despite the fact my press officer Silvia Berti used to tell the press I was 25 years old during 8 consecutive years, this winter I thoroughly checked my ID card and I realized I was much closer to 40 instead. I think the time has come to look around me and trust someone younger, just the way Franco Corazza and other boat owners did with me. The main core of the crew will always remain the same, except for some that, due to other obligations already scheduled, will not be able to be with me. That’s the case with Cesare Bozzetti who is currently working on an important project in Venice, although he will join us in the later stages of the circuit. Nevertheless, the true novelty this year will be Alberto Bolzan taking the helm, a young guy that in my view is, looking into the future, one of the smartest and most serious young sailors of the entire Italian scene. The names will more or less be the same, starting with Matteo Auguadro, Michele Paoletti, but I will not reveal more, let’s say that the most important fact is indeed the introduction of Alberto Bolzan, as for the rest you will soon find out.
Q: Last year you had Nacho Postigo with you and in addition to being your navigator he’s one of the heads of the MedCup circuit and an advocate of the GP42 class joining it. What’s your view on the entrance of the GP42 class in the MedCup? Do you consider it positive?
VV: This year as well I will have the honor to sail with Nacho, I’m very happy and proud of it. He’s a very intelligent person that has understood that the TP52’s and GP42’s, under the current conditions, represent the highest level of world sailing, also because the America’s Cup is out of the question right now. I think it is the best way to give the optimal visibility to a sponsor such as Audi that continues with great dedication, and also reach the highest level possible in every event. It is undeniable that these two classes and the MedCup circuit, under the current conditions, represent a little bit what the Moto GP and the 250 represent in motorbike racing. I am absolutely convinced that Nacho and his associates will do a great job, just like they did last year.
Q: Do you think that the three new TP52’s will be decisively superior compared to the rest of the fleet or are differences going to be less marked?
VV: Matador, Artemis and Emirates Team New Zealand will be superior because they start on a stronger foot with greater resources than the rest of the teams. During the last years they have been the best performing teams and their crews are first-class. As far as the yachts are concerned, we have reached an ideal point because the whole group is really compact: last year in fact every boat finished at least one race dead last. These days one works on minimal differences and this make every race extremely close and emotional. It’s a unique show either onboard the yacht or from a spectator boat.
Q: Dabliù Sail Project is also an America’s Cup team. Since you presented your challenge you were personally present in all competitor meetings that took place under Alinghi’s auspices. What is currently the general feeling in these tough times?
VV: I am extremely positive; I think the America’s Cup is a competition that will never die. I hope they find a solution to get back on the water. We sailors want exactly that. We are not politicians fighting a war, we only hope to be back sailing and racing as soon as possible, in a balanced America’s Cup accessible to everybody.
Q: If a Deed of Gift Match takes place in 2010 would you be interested in participating in eventual Acts or similar regattas?
VV: It’s an option we are taking into consideration. Everything that will allow us to be present and competitive and that will serve to give our sponsors visibility is taken into serious consideration by us. These Acts could, undoubtedly, represent an injection of confidence in the sport of sailing. I will repeat that we will value any option just as we valued our presence in Auckland in the Louis Vuitton Pacific Series, similar to what we do for any event where it is possible to be duly prepared. I believe that in order to take part in such an event you should also check your wallet. I hope we will also be rewarded by sponsors trusting a team that has produced excellent results in the last 20 years.
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