America’s Cup, Zerogradinord intervista Mike Buckley: “Vi presento Stars&Stripes Team USA”
America's CupBreaking newsIn evidenzaVela 26 Dicembre 2018 Zerogradinord 0
Ravenna – Non più tardi di qualche settimana fa, un nuovo equipaggio ha fatto il suo ingresso nel gruppo degli sfidanti alla 36° America’s Cup. Stars and Stripes Team USA è pronto a mettersi in gioco con un equipaggio giovane, internante Americano, e con una “benedizione” molto importante…
A cavallo delle festività natalizie, Zerogradinord ha fatto una chiacchierata in esclusiva con Mike Buckley, una delle menti dietro questa sfida, per scoprire di più sulle origini di Stars and Stripes Team USA.
D: Mike, qual è la genesi di questa sfida? Quando avete iniziato a pensare all’America’s Cup, l’evento clou del panorama velico mondiale, cerando nuovi partner e sponsor che potessero supportarvi in questo progetto?
R: Taylor e io abbiamo iniziato a condividere questo percorso quasi un anno e mezzo fa: pensavamo che fosse giunto il momento, per il popolo americano, di vedere i suoi uomini e le sue donne competere ai massimi livelli nella vela mondiale, così abbiamo iniziato a valutare se fosse possibile far decollare il progetto. E’ iniziato come un sogno, un’idea folle che sta ora diventando realtà. C’è un sacco di lavoro duro da fare, siamo solo al primo step di moltissimi da completare, ma siamo pronti a lavorare duro nei prossimi anni.
D: State parlando di un equipaggio interamente americano, qual è l’idea alla base di ciò?
R: L’idea di partenza è abbastanza semplice: ci sono solo americani a lavorare per questo team e non ci sposteremo da questa idea neanche di un centimetro. Questa è la nostra vision, sono i valori con cui abbiamo iniziato questa sfida. Crediamo fermamente che negli Stati Uniti abbiamo il talento per competere nello scenario internazionale e lavoreremo quanto più duramente possibile nei prossimi due anni per far sì che, quando ci presenteremo alla 36° America’s Cup, avremo l’opportunità di competere ad armi pari con tutti sul campo di regata.
D: Lavorando al backstage della sfida, hai percepito un interesse tangibile della gente e dei vari stakeholders verso il nuovo format dell’America’s Cup?
R: Ognuno ha la sua opinione, che è la cosa più bella del mondo, ma credo che la gente si stia avvicinando a questa America’s Cup con un sacco di entusiasmo, anche perché il format è un’intelligente combinazione dei tradizionali monacavi con i futuristici foil, e il tandem sembra funzionare piuttosto bene.
D: Cosa puoi dirci sull’equipaggio di Stars and Stripes, ancora work in progress?
R: Stiamo ancora coinvolgendo dei velisti, ma avremo degli eventi di presentazione ufficiale della sfida a gennaio 2019 e allora potremo andare più nel dettaglio, comunicando cosa stiamo facendo, chi abbiamo nel team, eccetera.
D: Questo, per i team di America’s Cup, è il periodo della progettazione: hai dei partner essenziali in questa fase di preparazione?
R: Siamo veramente entusiasti di avere JB Braun a capo della nostra divisione di progettisti. JB ha oltre vent’anni di esperienza in America’s Cup, ha trionfato nella sfida quando faceva parte di un altro design office, ha preso parte e vinto la Volvo Ocean Race, sempre come progettista, quindi siamo veramente onorati di averlo come capo del nostro dipartimento di progettazione e sviluppo qui negli USA. Abbiamo acquistato il “design package” dal Defender, Emirates Team New Zealand, il che non è una novità nel mondo dell’America’s Cup. Ciò che è stato particolarmente piacevole in questa sfida è stato il fatto che sia Emirates Team New Zealand che Luna Rossa sono stati molto d’aiuto nell’attirare nuovi equipaggi. Alla fine sono state presentate otto sfide e penso che questo rifletta bene l’impegno profuso da ETNZ e Luna Rossa nell’aiutare potenziali sfidanti a mettere le loro barche in acqua..
D: Parlando del vostro approccio alla sfida, pensi che Stars and Stripes Team USA apporterà modifiche sostanziali al progetto di ETNZ, o i limiti imposti dal regolamento dell’America’s Cup non lasciano grandi margini di manovra?
R: Ogni equipaggio ha la possibilità di apportare modifiche e JB e il suo team sono al lavoro proprio adesso cerando di far sì che, quando ci presenteremo in Italia ad ottobre, avremo la miglior base di partenza possibile. I ragazzi continueranno comunque a modificare il design per i prossimi due anni e mezzo e continueremo a spingere sempre. Il piede sarà sempre sull’acceleratore per quanto riguarda il design e nessuno è più indicato per questo ruolo di JB Braun.
D: Cosa ci dici del piano di allenamento dell’equipaggio?
R: Stiamo ancora cercando di decidere quale sarà il nostro piano di allenamento. Tutti i membri d’equipaggio stanno attualmente navigando individualmente su barche foil e penso che continueremo a farlo. Vedrai che in questa AC molti team continueranno a provare foils al loto interno e a regatare in generale. E’ molto difficile replicare l’energia di una vera regata, per questo credo che questo sarà un aspetto importante del nostro allenamento. Tutti questi piani si stanno facendo concreti dietro le scente proprio ora e saremo onorati di annunciarli non appena saranno confermati, all’inizio del 2019.
D: Quanti velisti pensi che saranno coinvolti nel team?
R: Non penso siano necessari due equipaggi pieni, anche se stiamo ancora dibattendo su come gestire la cosa, anche perchè, in ogni caso, non puoi avere due barche in acqua allo stesso momento. Cercheremo comunque di avere un’organizzazione snella, senza tonnellate di dipendenti, lavorando con un adeguato numero di velisti e tecnici, per arrivare ad avere un’opportunità di vittoria.
D: Un altro team americano, American Magic, ha già presentato la sua sfida. Ti aspetti che altri team “Made in USA” entreranno nella sfida?
R: Con l’America’s Cup non si può mai dire, per cui non è possibile affermare che non ci saranno altre sfide americane, anche se sicuramente la notizia non è ancora giunta alle mie orecchie. In ogni caso, penso che ci si fermerà alle due sfide già annunciate. Saremmo in ogni caso felici di dare il benvenuto ad un altro team americano: più siamo, meglio è! Il nostro obiettivo è di promuovere la vela negli Stati Uniti e portare più gente possibile ad uscire in mare: pre questo motivo, nel caso ci fosse un terzo team, sarebbe assolutamente fantastico!
D: Quale sarà la base di Stars and Stripes?
R: “Casa” è il Long Beach Yacht Club e per noi è essenziale essere basati negli USA. E’ importante stare qua ed essere vicini a casa quanto più possibile. Le World Serie ci mettono davanti a una serie di grandi sfide dal punto di vista logistico: spedire la barca in tutto il mondo, non tutte le date sono ancora ufficializzate, quindi mi aspetto che in tanti stanno cercando di capire esattamente che percorso seguire. Vogliamo comunque essere certi di avere una buona presenza a casa e sicuramente ne sapremo di più nei prossimi mesi.
D: Pensi che questa sia una sfida “one-shot” o è l’inizio di una lunga storia per Stars and Stripes nell’America’s Cup?
R: Il nostro obiettivo è creare una cultura che ci consenta di continuare con questo progetto nei prossimi 20 anni e più. Siamo certamente concentrati su questa edizione e stiamo lavorando per essere sicuri di arrivarci nella miglior condizione possibile. Riteniamo di poter vincere questa volta, ma detto questo, la nostra visione è molto più a lungo termine rispetto ai prossimi due anni.
D: Ultimo ma non meno importante, hai ricevuto una benedizione importante su Stars and Stripes.. raccontaci un po ‘di più su Dennis Conner.
R: Non potremmo essere più felici che Dennis Conner ci abbia dato la sua benedizione per usare questo incredibile nome che arriva suoi decenni di successo nella vela di tutto il mondo. Sto scoprendo sempre di più su Dennis Conner. Quando questo progetto ha preso vita, un anno e mezzo fa, ho iniziato a cercare di capire perché aveva così tanto successo e ho imparato che era riuscito a creare una squadra intorno a lui, come un gruppo di fan e amici. Era il Michael Jordan dei suoi giorni. È così difficile pensarlo, per un velista di oggi: quello che ha fatto è semplicemente fantastico. Con gli occhiali da aviatore e alcune caratteristiche assolutamente distintive, aveva formato intorno a sé un gruppo fantastico. Ha creato questa cultura che nessuno è mai riuscito a eguagliare negli ultimi 20 anni e più. Questo è ciò che è mancato. Ho pranzato con lui un paio di mesi fa e solo ascoltando i suoi consigli… beh, finché vivo, non dimenticherò mai quello che mi ha detto. È sempre pronto a rispondere al telefono quando chiamiamo con domande di vario genere. Siamo così entusiasti che ci abbia dato la sua benedizione su Stars and Stripes.. L’ho chiamato pochi minuti prima che lanciassimo ufficialmente la sfida per dirgli “Dennis, faremo tutto il possibile per renderti orgoglioso nel modo in cui tu hai reso noi tutti orgogliosi” e questo è tutto ciò che possiamo fare. Lavoreremo sodo per assicurarci di dare tutto ciò abbiamo, cercando di ottenere qualcosa di buono tra due anni e mezzo.
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