America’s Cup, tra città ed entry fee
America's CupOracle Team USAVela 19 Dicembre 2010 Zerogradinord 0
[singlepic id=7241 w=320 h=213 float=left]America’s Cup – San Francisco – In attesa che il Defender sciolga la riserva e annunci la sede della 34ma America’s Cup, dalle parti di San Francisco si guarda con attenzione a quanto accade nel Rhode Island e si da risalto al taglio della tassa di iscrizione deciso da BMW Oracle Racing.
Secondo il Bay Citizien e il San Francisco Gate la prossima Coppa si annuncia meno remunerativa del previsto per il team statunitense che ha optato per una importante riduzione al fee di ingresso. Una decisione annunciata proprio nei giorni in cui l’amministrazione di Frisco ha presentato una proposta più bassa di ben 116 milioni di Dollari rispetto alle richieste.
Un agreement – denominato Piano B e articolato sulla cessione dei diritti a lunghissimo termine relativi a lotti di terreno localizzati nella zona del lungomare nord e all’esecuzione di opere pubbliche per 12 milioni di Dollari contro i 128 milioni originariamente pattuiti – che alcuni giorni fa ha spinto il Defender a riaprire i negoziati con altre città interessate. Newport, per lunghi anni casa dell’America’s Cup, in primis.
“Stiamo lavorando davvero duro per avere un accordo definitivo entro il 31 dicembre – spiega il funzionario di BMW Oracle Racing, Stephen Barclay – San Francisco ha fatto la sua proposta, ovviamente verrà valutata. Ma allo stato attuale è ancora impossibile esprimere un verdetto definitivo o anticipare qualcosa”. Di una settimana in meno parla invece il sindaco della città californiana, Gavin Newsom: “Credo che entro venerdi sapremo se San Francisco si è aggiudicata o meno questa partita”.
Ma, come dicevamo, a far parlare i due quotidiani non è solo la mancanza di novità relative alla sede dell’evento.
In attesa di capire se Newport può avere i numeri per far dimenticare la love story con San Francisco, il Defender sa che, per potersi dare un tono durante la trattativa, deve poter contare su un numero di iscritti che impegnino almeno tutte le dita di una mano e sull’ampliamento del consenso di una base sino ad ora apparsa piuttosto fredda e disincantata. In risposta a tale esigenza BMW Oracle Racing, che ha incontrato gli aspiranti challenger lo scorso novembre a Dubai, ha optato per il taglio della tassa d’iscrizione e per altre concessioni minori.
L’entry fee è stato ridotto sensibilmente, spiega ai suoi lettori il Bay Citizen. Se prima chiedere permesso costava 1.3 milioni di Dollari, ora ci si cava la soddisfazione con 100 mila Euro.
Ridotto inoltre da 3 a 1 milione di Dollari l’importo delle fidejussioni da depositare a dimostrazione dell’impegno a voler partecipare almeno sino al primo evento con gli AC72.
Ai team è stata accordata una proroga di tre mesi sul tempo a disposizione per costruire il primo AC72. Concessione che non dovrebbe, almeno secondo i quotidiani, comportare modifiche al calendario della manifestazione.
Secondo il presidente dell’America’s Cup Race Management, Iain Murray, le decisioni prese influenzeranno sensibilmente sulla riduzione dei costi e sono state deliberate seguendo il desiderio di riconoscere agli iscritti dividendi superiori a quanto da loro versato sotto forma di entry fee.
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