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Continua la querelle tra il sindaco di Venezia e Venezia Challenge. In un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, il primo cittadino si conferma...

Venezia – Si arricchisce di un nuovo capitolo la querelle tra il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e Venezia Challenge. In un articolo firmato da Gaia Piccardi per il Corriere della Sera – Il sindaco contro la barca di Coppa America: non chiamatela Venezia – il primo cittadino della città lagunare si conferma particolarmente critico nei confronti del team guidato da Carlo Magna che, nel luglio dello scorso anno, ha depositato presso la Camera di Commercio di Milano il logo creato dall’art director Alfonso Grenieri.

“Trovo sia vergognoso che ci sia in giro gente che vuole sfruttare l’immagine e il nome di Venezia per raccogliere soldi per un’iniziativa strettamente commerciale – esordisce Orsoni sul Corriere della Sera, annunciando l’imminente invio di una lettera di diffida verso il management del team – Venezia sono capace di vendermela anche da solo per il mondo, diciamoci la verità: però per fini più nobili”.

Dal Corriere apprendiamo l’intenzione da parte di Venezia Challenge di scrivere una lettera al sindaco per spiegare il perchè della scelta del nome e per sottolineare solvibilità e intenti, annunciati nel corso dell’intervista, pubblicata proprio oggi su Zerogradinord.it, da parte di Carlo Magna: “…abbiamo promesso 5 milioni alla città di Venezia sotto forma di cash, restauro del Ponte di Rialto, merchandising e royalties”.

Orsoni, che non ricorda di aver ricevuto alcuna proposta circa la retaurazione del Ponte di Rialto, “…cui serve manutenzione, non una restaurazione”, ha rimandato al mittente la proposta affermando: “Ma davvero questi signori pensano che il sindaco di Venezia sia interessato ai proventi delle loro t-shirt?”.

Insomma, una querelle che appare destinata al tribunale, anche se Emanuela Pulcino, legale di Venezia Challenge, ricorda: “Oltre settecento marchi a livello internazionale contengono la parola Venezia”.

Secca la replica a distanza di Giorgio Orsoni: “Qui si confonde tra utilizzo del nome della città e i nomi di fantasia. Un conto è un prodotto di nicchia, un’altro una barca-azienda che si propone di fare business mettendo il meglio del Made in Italy su chiglia e vele”.

Come sempre accade in questi casi, chi vivrà vedrà. Certo è che la scelta del nome di una città per un team di Coppa America è cosa piuttosto singolare. Scorrendo l’elenco iscritti dal 1992 a oggi, si scopre infatti che solo tre barche sono state così battezzate. E’ toccato a FRA-8 e FRA-27, chiamate Ville de Paris dallo skipper Marc Pajot, e a AUS-29, varata come Sydney 95.

Nella casistica non può, a nostro modo di vedere, essere inserito Il Moro di Venezia, visto l’impiego “indiretto” del nome della città lagunare.

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