AC World Series, dalla scuffia al traguardo
AC World SeriesAmerica's CupIncidentiVela 13 Settembre 2011 Zerogradinord 0
Plymouth – Domenica sono state tre le barche che hanno scuffiato e solo una di questa ha raggiunto la linea di arrivo. A riuscire nell’impresa è stato l’equipaggio di Team Korea che, finito su un fianco dopo aver ingavonato, è riuscito a raddrizzare la barca e a terminare la regata. Aleph e Green Comm non sono stati altrettanto fortunati e hanno terminato la giornata con un ritiro.
La cosa è stata particolarmente frustrante per Vasilij Zbogar: lo skipper di Green Comm Racing ha visto il suo AC45 scuffiare a pochi metri dal traguardo. Il loro tentativo di raddrizzare la barca sembrava essere riuscito, ma una raffica più tesa delle altre ha provocato un nuovo, immediato, ribaltamento della barca.
“Se fossimo riusciti a tenere la barca dritta dopo la prima scuffia saremmo riusciti a concludere la regata nel tempo limite – ha commentato Zbogar – Ma quando la barca è andata giù per la seconda volta è stata la fine della nostra regata. E’ stato un vero peccato, perché avevamo regatato bene sino a quel momento. Siamo stati davanti a Russell Coutts per buona parte del tempo ed è per questo che sono orgoglioso del lavoro svolto dai ragazzi“.
Le condizioni di domenica hanno rappresentato un primato per buona parte dei team. Team Korea, ad esempio, non aveva mai regatato con venti così tesi ed è per questo che l’equipaggio non si è fatto cogliere impreparato nel momento della scuffia: “Nel momento dell’incidente c’è stato un problema di comunicazione – ha spiegato lo skipper Chris Draper – Io ho tentato di poggiare, ma la reazione dei trimmer non è stata rapida quanto la raffica. A un certo punto ho pensato che ci saremmo salvati, ma evidentemente mi sbagliavo“.
L’australiano Peter Merrington, membro del team coreano, è stato abile nel farsi scivolare delicatamente sulla wing e nel finire in acqua senza danneggiarla, mentre l’ospite si è tenuto aggrappato al trampolino per oltre un minuto prima di lasciarsi cadere in mare. Nel frattempo, il mezzo di appoggio del team ha raggiunto la posizione ideale per aiutare l’equipaggio a raddrizzare la barca: “Lo shore team ha fatto davvero un grande lavoro ed è stato rapido nel darci il suo supporto – ha sottolineato Draper – Il problema è che più la wing rimane in acqua, più si riempie e corre il rischio di danneggiarsi. Raddrizzare la barca il prima possibile è un imperativo, non solo per poter finire la regata“.
Ad aiutare l’equipaggio sono stati alcuni accorgimenti adottati a terra, prima del varo della barca. Team Korea, infatti, è l’unico equipaggio ad aver previsto cime fissate al trampolino e agli scafi da utilizzare per agevolare le operazioni di raddrizzamento. Un’idea che dopo gli accadimenti di domenica è stata ripresa dalla quasi totalità dei team.
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