Speedboat, cento di questi giorni
AlturaMaxiPuma Ocean RacingSpeedboatTeam OriginVela 25 Giugno 2008 Zerogradinord 0
[singlepic=1,250,170,,left]Newport-Bermuda Race – Capo Saint David – Sessantaquattro ore e quarantadue minuti: tanto ha impiegato Speedboat per coprire le oltre seicento miglia della Newport-Bermuda Race, grande classica dell’altura oceanica che, con cadenza biennale, si svolge dal lontano 1906. Varato solo lo scorso aprile con il dichiarato intento di abbattere i principali record dell’altura internazionale – il concept di base non ama certo le classifiche a compensi – il Maxi 100 di Alex Jackson ha bagnato con il successo il suo esordio sui campi di regata. Nato da un progetto di Juan Kouyoumdjian e portato da un equipaggio composto in larga parte da velisti di Team Origin, l’imponente scafo di Jackson ha regolato una flotta di oltre duecento barche. A finire secondo, anticipato con buon margine dall’imbarcazione guidata da Mike Sanderson, CEO del challenge britannico alla trentaquatresima America’s Cup, è stato Rambler, il novanta piedi di George David vincitore a tempo di record dell’ultima Middle Sea Race. Terzo Il Mostro, il VOR 70 che il team Puma Racing Team utilizzerà nel corso della prossima Volvo Ocean Race.
Sentito in banchina:
Mike Sanderson, skipper di Speedboat: “Vincere all’esordio fa sempre piacere. Speravamo di poter abbattere il record della regata, ma purtroppo le condizioni meteo non ci sono state amiche: durante le ultime duecentocinquanta miglia il vento non è mai andato oltre i dieci nodi. Nonostante ciò abbiamo fatto tesoro dell’esperienza: dobbiamo essere in grado di portare la barca con ogni condizione possibile. A conclusione di questa esperienza non posso che complimentarmi con quanti hanno lavorato a questo fantastico progetto: Tom Faire e il team della Cookson Boat, Matt Smeaton e la North Sails Nuova Zelanda, Steve Wilson e la Southern Spars. Sicuramente dimentico qualcuno, ma sono sicuro he in futuro avremo molte altre occasioni di festeggiare insieme”.
Ken Read, skipper di Il Mostro: “La gara è stata un enorme successo e si è rivelata molto utile per il nostro team: abbiamo avuto la possibilità di misurarci con scafi veloci lungo un percorso particolarmente impegnativo. Tutto ha funzionato a dovere: la comunicazione tra i vari membri dell’equipaggio, le manovre, i cambi di vele, la barca. Pensavamo di arrivare con un giorno di distacco da Rambler e invece lo abbiamo seguito di poche ore”.
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