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Il gruppo di barche che è arrivato sul traguardo di Marsamxett Harbour oggi pomeriggio ha trascorso gran parte delle 600 miglia a vista e...

Rolex Middle Sea Race – Malta – Il gruppo di barche che è arrivato sul traguardo di Marsamxett Harbour oggi pomeriggio ha trascorso gran parte delle 600 miglia a vista e alcune decisioni tattiche sono state cruciali per il risultato finale.

Il Volvo 70 E1 charterizzato da Vladimir Proshikin ha tagliato l’arrivo alle 12.35, quarto in tempo reale. Il velista russo di San Pietroburgo l’anno scorso ha partecipato a questa regata con il suo Shipman 72, modello da crociera/regata che è quasi l’esatto opposto del Volvo 70, yacht da regata oceanico con cinque anni di vita. Quest’anno il vento è stato più leggero ma ciò nonostante l’equipaggio ha sudato parecchio con molteplici cambi di vele, una rete impigliata sul bulbo e una chiglia basculante rimasta incastrata su un lato nelle ultime dieci miglia del percorso. In banchina dopo l’arrivo, Proshikin era esultante: “La regata è stata un po’ lenta, ma con aria leggera è ancor più faticosa. E’ stata divertente e impegnativa, abbiamo impiegato un po’ più di tempo e quindi siamo un po’ stanchi. E’ una regata straordinaria, le condizioni sono difficili, ci sono molte isole – non è una corsa di 600 miglia da inizio a fine in linea retta, è un percorso complicato. In un paio di occasioni siamo stati sfortunati, ad esempio quando abbiamo preso una rete sul bulbo ed è rimasta impigliata per molte ore (abbiamo dovuto cazzare dentro tutta la randa e spostare la chiglia basculante sul lato opposto per consentire a uno dei membri dell’equipaggio d’andare fuori e tuffarsi in acqua per tagliare la rete). E’ la prima volta che l’equipaggio regata insieme su questa barca, ci siamo allenati solo una settimana ed è una barca molto complessa. A volte sei fortunato a volte no… ma in linea di massima sono felice”.

Per ora la classifica overall in tempo compensato è capeggiata dal TP52 americano Lucky di Bryon Ehrhart, che ha tagliato il traguardo dopo 3 giorni, 3 ore e 16 minuti.

E’ da molto tempo che lo skipper-armatore di Chicago desidera partecipare alla Rolex Middle Sea Race e quest’anno ha pianificato meticolosamente la stagione – inclusa la Rolex Fastnet Race dell’anno scorso – in modo tale da avere tempo per allenarsi e navigare in Mediterraneo. Ehrhart ha dichiarato: “Che regata magnifica, probabilmente è stata la regata d’altura più bella che abbiamo mai disputato in quanto a stile. In particolare attraversare lo Stretto di Messina è stata una sfida impegnativa – è un po’ come disputare tante piccole regate in un’unica regata lunga, lo scenario è spettacolare ma ci sono tanti punti in cui puoi mettere completamente a repentaglio il risultato”.

“Per fortuna, Ian Moore è un navigatore fantastico. Siamo molto contenti di tutte le nostre decisioni in regata. Laddove pensavamo che ci sarebbero stati dei buoni, generalmente li abbiamo avuti; laddove pensavamo che ci sarebbero stati degli scarsi nei pressi di passaggi importanti, ci sono stati. Ma non è facile decidere se prendere un buono o uno scarso e prevedere quali saranno le conseguenze dopo 25-50 miglia, tanto di cappello ai geni che ci consentono di arrivarci. Abbiamo trascorso molto tempo vicino a Wild Joe, che ci ha motivati a spingere ancora di più. Eravamo costantemente nei pensieri di ciascuno, il Cookson 50 (Cantankerous), Wild Joe e Pace“.

L’irlandese Ian Moore, aggiunta dell’ultimo minuto e veterano della Volvo Ocean Race e membro del team di Coppa America BMW Oracle Racing, ha dichiarato: “E’ stata una regata bella e appassionante, con molti cambi di leader in testa alla flotta. Eravamo contenti ogni volta che siamo riusciti a passare (il TP52) Pace, poi loro hanno ripreso velocità e alla fine abbiamo avuto un’altra opportunità a nostro favore. Molte volte la regata è ripartita e consentendoci di sfruttare la nostra abilità”.

Per quanto riguarda la differenza tra i due TP52, Moore ha dichiarato: “Sono due modelli vintage molto differenti. Pace fu costruito per i mondiali TP52 di Miami ed è una barca da regata ultra leggera. Lucky fu progettata per attraversare 3.000 miglia nautiche nell’oceano Pacifico con un equipaggio completo. Pace è una barca da regate inshore, e Lucky è uno yacht da Oceano, molto più pesante e robusto. E’ bello per me poter navigare su questa barca sapendo che è resistente e sicura. Ogni volta che regati su un TP52 normale, tieni sempre le dita incrociate sperando che non si rompa”.

A Moore il percorso è piaciuto molto: “E’ un tragitto spettacolare su una rotta circolare con partenza e arrivo a Malta; e include il passaggio nello Stretto di Messina con cinque nodi di corrente proveniente chissà da dove, intorno al fumoso vulcano di Stromboli e a tutte le isole, incluse Pantelleria e Lampedusa. Queste isole sono in mezzo al nulla, ma ci sono sempre persone che ci vivono. E’ un percorso davvero incredibile ed è bellissimo tornare a ripercorrerlo”.

Per lo skipper-armatore di Wild Joe Marton Jozsa, questa è la terza Rolex Middle Sea Race, mentre gran parte del suo equipaggio ungherese è al debutto assoluto nell’altura. Jozsa ha dichiarato: “Penso che questo sia il primo risultato importante per la vela ungherese in una regata d’altura, quindi direi che possiamo essere soddisfatti del risultato: e lo siamo. A bordo abbiamo anche un australiano con esperienza nelle regate d’altura ed è un aiuto prezioso. Ci piace molto navigare qui a Malta e questa regata, quindi spero di tornare. Oltre a qualche evento in Croazia, l’anno prossimo abbiamo in programma di partecipare alla Rolex Capri Sailing Week di maggio – per noi la Rolex Volcano Race – e dopo staremo a vedere”.

Bret Perry, stratega e l’unico australiano a bordo di Wild Joe, ha dichiarato: “il team è composto di un gruppo di derivisti alla loro prima esperienza d’altura. Per l’Ungheria è una barca nuova e non molte persone hanno visto prima d’ora un team velico ungherese. Nemmeno io sapevo bene cosa aspettarmi, ma l’equipaggio ha fatto un ottimo lavoro, dando sempre il 100% e ci ha consentito di piazzarci bene”.

Devi essere realistico e fare del tuo meglio, e il fatto di aver raggiunto questo risultato spero sia motivo di grande orgoglio per l’equipaggio. Hanno talento da vendere, sono velisti di livello olimpico, sanno cosa sta succedendo, quindi devono solo distaccarsi dalla mentalità delle regate a bastone – e questa era la loro prima esperienza su una barca d’altura.

Comanche Raider II di Jonas Diamantino, del Royal Malta Yacht Club, ha preso una batosta ma è di ottimo umore, come ci ha spiegato stamattina al passaggio di Pantelleria: “Condizioni impegnative, un pò di timore. Siamo stati travolti da un groppo di 45 nodi, con mare molto agitato. Ma a bordo non ci sono stati infortuni e la barca non ha subito danni, ma per qualche ora è stata dura. Ora stiamo navigando a dieci nodi e siamo diretti a casa. Dite al barista di mettere la birra in fresco”.

Lucky è in testa alla classifica overall in tempo compensato IRC, ma ci sono altre due barche che si contendono la vittoria overall: il J-122 Artie di Lee Satariano & Christian Ripard e il J-133 Jaru di John Ripard&Andrew Calascione. L’ultima volta che una barca maltese ha vinto la Rolex Middle Sea Race overall fu nel 2002 con Market Wizard di Ripard & Calascione, e nel 2001 fu la volta di Straight Dealer di Christian Ripard.

Il Beneteau 411 maltese Fekruna si è ritirato a ovest di Stromboli e a oggi sono in tutto otto i ritiri; otto barche hanno raggiunto il traguardo e sessanta sono ancora in regata.

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ROLEX MIDDLE SEA RACE, LUCKY TAKES THE LEAD UNDER IRC
[Regattanews Press Release] The group of boats that arrived at the finish line in Marsamxett Harbour this afternoon spent most of the 606 miles within reach of each other, and how they made some key tactical decisions along the way would make or break their results. Leading the pack was E1, followed two hours later by Wild Joe, Lucky, Pace, and Cantankerous all within a half hour of each other.

Vladimir Proshikin’s chartered Volvo 70 E1 crossed the finish line at 12.35 today, in fourth place on elapsed time. The Russian sailor, from St Petersburg competed last year on his Shipman 72, a performance cruiser/racer, quite the polar opposite of this five-year old round-the-world ocean racer. While the conditions were lighter this year, the crew had a workout with numerous sail changes, a net wrapped around the keel and a canting keel stuck off center for the last ten miles. Still, on the quay after the finish, Proshikin was clearly elated and quite animated in relating the trip. “This race was a bit slower, but in light air it’s even more demanding. It was fun and it’s quite intriguing, but took a bit longer so we are a bit tired. It’s a vey impressive race, difficult conditions, with many islands — it’s not like running 600 miles from start to finish in a straight line, it’s tricky.

“We had some bad luck a couple of times, catching the net around the keel for several hours (which required a neat trick where they sheeted in the main and canted the keel the wrong way, so a crew member could ‘walk’ out and then get in the water to dive and cut it away). We’re on the boat for the first time as a crew, with only a week of training, and it’s a very complex boat. Sometimes you are lucky, and sometimes not…but overall, I’m happy!”

But it was Bryon Ehrhart’s TP52 Lucky, that crossed the finish line after 3 days, 3 hours, 16 minutes, which put the US boat on top of the leader board on corrected time, for now.

The Chicago-based skipper-owner has had the Rolex Middle Sea Race on his ‘to do’ list for awhile and has methodically planned a race schedule – that included last year’s Rolex Fastnet Race – that would give them some good practice and put them in the Med this year. Ehrhart said, “What a great race and probably the best offshore race we’ve done in terms of the style of race. Getting up through Messina was a challenge on it’s own – it’s like multiple regattas within one large long race, it’s very scenic, but there are opportunities to screw up all over the place!

“But thankfully, Ian Moore is a fantastic navigator. We were very happy with the calls we made all the way around. Times where we thought we’d have a lifts, we generally had lifts; times we’d thought we’d get knocks coming into important marks, we got knocks. So a lot of worry and decision about whether 25-50 miles out you’re going to make the right decision about sailing this course to get to a knock or lift, and I put it up to his genius in getting us there.

“We spent a lot of time next to Wild Joe, she was actually an additional motivator. Several times we were in and out with her. The Cookson 50 (Cantankerous), Wild Joe, and Pace – we were on each others’ mind all the time.”

Ian Moore who, as a last-minute addition to the crew, seemed to have earned his keep with their impressive performance. The Irish Volvo Ocean Race veteran and BMW Oracle Racing America’s Cup crew member said, “It was good race, pretty exciting, lots of lead changes. We were pleased every time we managed to pass (the TP52) Pace, and then their boat speed got up again, and then we got another opportunity. Lots of moments the race would restart and give us the option to use our abilities.

Of the difference between the two TP52s, Moore said, “They are very different vintages. Pace was built for the TP52 Worlds in Miami and is an ultra-light racing machine. Lucky was designed to race across the Pacific Ocean and be able to keep the crew on board on that 3000 nm passage. Pace is an inshore racing boat, and Lucky is an ocean-going boat, a lot heavier, stronger. But, it’s nice for me to sail on this boat, to know this is a good, strong and safe boat. Every time you take a normal TP52 on a race track, you are always crossing your fingers and hoping it’s going to stand the test of time.”

Moore enjoyed the course and said, “It is a spectacular course; it’s a circular course, start and finishing in Malta. Going up to the Strait of Messina and just running into that five knots of current, apparently from nowhere, and going around the smoking volcano of Stromboli and all the islands, including Pantelleria, Lampedusa. They’re like an island in the middle of nowhere, but there are always people living on there, no bigger than a view football pitches. It’s really a pretty amazing race track; it’s lovely to come and do it again.”

This was Wild Joe’s skipper/owner, Marton Jozsa third Rolex Middle Sea Race, though for most of his Hungarian crew it was their first-ever offshore race. Jozsa said, “I think this is the first good offshore racing result in Hungarian sailing, so I think we can be satisfied with this result – and we are! We have one guy from Australia with experience in offshore racing and it is very good to have this guy on board.

“We very much like sailing here in Malta and also in this race, so I hope we will be here again. Besides some races in Croatia, next year we are planning to take part in Rolex Capri Sailing Week in May – for us, the Rolex Volcano Race – and after, we will see.”

Bret Perry, strategist and the lone Australian onboard Wild Joe, said, “The team is a bunch of dinghy sailors, and it’s their first offshore experience. It’s a new boat to Hungary, and not many people have seen a Hungarian sailing team. I didn’t know quite what to expect myself, but once we got sailing on the boat, the crew was really fantastic, sailing 100%, and gave us every opportunity to finish where we finished.

“You have to be realistic and get out there and do your best, but to get what we achieved they should be really, really proud. They’re all so talented, they’re Olympic-level sailors, they know what’s going on, they just need to understand the bigger picture and get out of windward-leeward type of sailing – and this is their first experience in an offshore boat.

Jonas Diamantino’s Comanche Raider II, from the Royal Malta Yacht Club, has been taking a pasting but spirits are high, as he explained as they passed Pantelleria earlier today. “Pretty hectic, pretty scary. We got hit by a 45-knot squall, with very confused seas, and it was all on. But everybody is fine and so is the boat, but it was a tough few hours. We are now doing ten knots and heading for home. Tell the bar at the club to get the beer on ice!”

Lucky are currently leading overall on corrected time in IRC, but they have to withstand challenges from at least two boats that are in contention for the overall win. Sort of like history repeating itself, the two boats are the Lee Satariano & Christian Ripard’s J-122 Artie, and John Ripard & Andrew Calascione’s J-133 Jaru. The last time a Maltese boat won the Rolex Middle Sea race overall was Market Wizard in 2002 with Ripard & Calascione, and in 2001 it was Christian Ripard’s Straight Dealer.

The Maltese Beneteau 411, Fekruna, retired just west of Stromboli, bringing the total number of retired boats to eight, with eight boats finished and 60 still racing.

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