Una tavola blu e, la in mezzo, un punto ben preciso nel quale attraversare i Doldrum. Così Bouwe Bekking, skipper di Telefonica Blue, vede l’Oceano Pacifico. Per ora, seguendo il suo istinto, qualche risultato l’ha ottenuto, passando dal quinto al quarto posto ai danni di Green Dragon, penalizzato dalla scelta di un’estrema puntata ad est.

Ancora mure a dritta, le cinque barche protagoniste della quinta tappa della Volvo Ocean Race proseguono la loro marcia verso sud. La flotta è ora localizzata 1200 miglia a nord della Nuova Irlanda nelle Isole Solomone, un’area dove i Doldrum sono in agguato e la brezza aumenta la propria instabilità a ogni manciata di miglia percorse.

Sorride Ken Read nel vedere Il Mostro tenere il passo di Ericsson 4. Lo skipper statunitense sorride perchè sa bene che le condizioni meteo delle ultime ore sono state decisamente favorevoli alle caratteristiche del VOR 70 di Torben Grael, da sempre a suo agio quando c’è da fare strada sfruttando venti che spingono da dietro.

Decisa a est, la flotta della Volvo Ocean Race sembra essere intenzionata a rimandare ancora di qualche giorno la poggiata verso sud, verso lo scoring gate costituito dall’immaginaria linea che unisce Esta Cape (Nuova Zelanda) con Lebu (Cile).

Temperature che aumentano e vento che, dopo la sfuriata delle passate ore, concede un pò di tregua, permettendo agli equipaggi di coprire miglia in tranquillità. Sebbene la tappa sia la più lunga nella storia della regata, ai protagonisti non dispiace certo vedere la distanza che li separa dal traguardo limarsi piuttosto rapidamente.