Rolex Middle Sea Race, Mascalzone Latino si ritira
IncidentiMascalzone LatinoRolex Middle Sea RaceVela 22 Ottobre 2014 Zerogradinord 0
Palermo – È finita prematuramente nel tardo pomeriggio di ieri la prima esperienza del Cookson 50 di Mascalzone Latino alla Rolex Middle Sea Race. Dopo circa 76 ore e 380 miglia percorse, nella terza giornata di regata è accaduto quello che non si vorrebbe succedesse mai: la rottura, nelle acque delle Egadi, della sartia diagonale D2.
Come tutte le barche moderne ad altre prestazioni, la scelta del sartiame discontinuo, che prevede una serie di sartie fissate a ogni crocetta, offre una riduzione drastica di peso in testa d’albero e consente di ridurre anche diametri e pesi dei cavi di acciaio che sostengono l’albero. D’altro canto, sono anche più numerosi i componenti che si possono guastare e le regolazioni da fare. La buona notizia è, grazie anche al frazionamento maggiore dei carichi, l’albero ha retto all’evento. Ma per ovvie ragioni di sicurezza, specie con le avverse condizioni annunciate per le prossime 24 ore, è stato inevitabile ritirarsi e dirigersi verso Trapani, il porto più sicuro e vicino.
L’equipaggio di Vincenzo Onorato è stato quindi costretto ad alzare bandiera bianca a oltre metà gara completata, dopo una giornata intera di frustrante attesa del vento, che aveva piano piano incominciato ad irrobustirsi fino a raggiungere i 10-13 nodi. Un vero peccato, visto che fino all’avaria il tracking ufficiale vedeva lo scafo partenopeo al quarto posto in tempo reale: il primo di un grande gruppo di oltre 100 barche che, eccetto Rán, Shockwave ed Esimit Europa 2, si era “compattato” nella scorsa notte.
Ottime erano le chance per un piazzamento di rilievo sia nella classe IRC 2 che nella classifica overall, sempre IRC.
A bordo del Cookson 50 Mascalzone Latino per la Rolex Middle Sea Race 2014 c’erano: Vincenzo Onorato al timone, Gabriele Benussi alla tattica, Flavio Favini stratega, Ian Moore navigatore, Matteo Savelli con Andrea Ballico e Gaetano Figlia di Maria alle scotte, Leonardo Chiarugi alla randa, Sergio Blosi alle drizze, l’aiuto drizzista e media crew member Pietro Manunta, Alessandro Frizzarin all’albero e Davide Scarpa a prua.
A terra ad attendere i Mascalzoni il coach Marco Savelli il cui supporto logistico di seguito alla rottura è stato più che mai prezioso è fondamentale.
Questa Rolex Middle Sea Race verrà ricordata per il numero record di partecipanti, 122, ma non per la rapidità (il primo è arrivato alle ore 22.42 e 5 secondi di ieri sera, con, neanche a dirlo, un pesante ritardo sul record di percorrenza della regata, messo a segno nel 2007, che appartiene sempre a Rambler), e si concluderà quindi senza Mascalzone Latino che, probabilmente, ci riproverà l’anno prossimo, magari insieme alle altre classiche d’altura che Vincenzo Onorato desidera portare a termine: il Fastnet e la Sydney-Hobert.
Esimit Europa ha quindi vinto in tempo reale la regata per la quarta volta consecutiva: un primato messo a serio rischio dalla competitività di Rán e dalle condizioni di venti leggeri, seguiti da bonaccia nel nord della Sicilia, che hanno avvantaggiato solo i tre scafi più grandi, capaci di superare Messina, Stromboli e Favignana con meno esitazione, evitando di un soffio il brusco calo di vento che ha intrappolato la maggior parte della flotta in una corsa a passo d’uomo. Ancora presto per conoscere il vincitore in tempo compensato. Gli organizzatori si aspettano arrivi fino alla giornata di venerdì.
Le dichiarazione del comandante, Davide “Manolo” Scarpa, dalla banchina di Trapani:
“Si è trattato di un’avaria, del tutto imprevedibile. Quando abbiamo acquistato la barca la scorsa primavera, in tempo per essere messa in acqua prima della Giraglia, tutto il rigging era stato correttamente verificato e revisionato. Una vera e propria anomalia, quindi, non certo una mancata manutenzione o setup. Non ci voleva: siamo molto dispiaciuti, perché dopo tre giorni e mezzo di regata, molto frustranti, con pochissimo vento specialmente nelle ultime 24 ore, eravamo in una posizione molto buona. Nonostante la bonaccia e le condizioni di vento molto debole, controllavamo la testa della flotta. Bisogna tuttavia riconoscere che, pur nella sfortuna, ci è tutto sommato andata bene: il problema l’abbiamo avuto di giorno e con 13 nodi di vento. Se fosse successo nel corso della notte, con previsioni di vento forte, avremmo potuto patire un danno di molto superiore: con buone probabilità avremmo disalberato, rotto la randa nuova e messo a rischio l’incolumità dell’equipaggio. Speriamo quindi di poter tornare il prossimo anno e poter dire la nostra portando a termine la regata, confidando magari in una meteo meno atipica di questa”.
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